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Guida all'acquisto di prodotti ricondizionati

I prodotti ricondizionati rappresentano un'opzione vantaggiosa sia dal punto di vista economico che ambientale. Tuttavia, la qualità e le garanzie possono variare notevolmente tra i diversi rivenditori. Garanzie e politiche di reso La normativa europea stabilisce che i prodotti ricondizionati devono essere coperti da almeno 24 mesi di garanzia legale , ma alcuni rivenditori possono offrire garanzie più brevi (12 mesi). Nei marketplace, la responsabilità per garanzia e reso può ricadere sul venditore terzo , complicando talvolta il processo per il consumatore con tempi lunghi e procedure poco lineari. Tutti devono garantire inoltre il diritto di recesso  minimo di 14 giorni . Dove comprare prodotti ricondizionati Il mercato dei ricondizionati è molto variegato e include: Catene di elettronica : come MediaWorld e Unieuro. Marketplace online : come Amazon ed eBay. Rivenditori specializzati : come Swappie e Refurbed. MediaWorld offre ricondizionati con 24 mesi di garanzia e un period...

Scioperi e disagi sulle linee di Italo


Sciopero in vista per i lavoratori di Italotreno, l'alta velocità ferroviaria di Ntv: Uiltrasporti, Ugl-Trasporti, Orsa-Ferrovie hanno proclamato per venerdì 7 settembre un'agitazione nell'ambito del processo del rinnovo del contratto dei dipendenti del gruppo passato nelle mani del fondo infrastrutturale Gpi. Lo sciopero partirà un minuto dopo le nove di venerdì mattina, per terminare alle 17.

Intanto è battaglia interna per la vicenda del contratto. Prima delle vacanze estive era infatti stata siglata una intesa tra alcune formazioni dei rappresentanti dei lavoratori e l'azienda stessa. Il documento di allora era stato sottoscritto da Filt Cgil, Fit Cisl e Slm Fast e prevedeva una durata del contratto fino al 31 dicembre 2020 per i 1.100 lavoratori tra personale viaggiante, di stazione e degli impianti. Già al momento della firma, però, alcune organizzazioni si erano defilate. E - soprattutto - l'atto non è stato approvato dai lavoratori, che sono stati chiamati ad esprimersi con un referendum.

Alla fine di luglio, dopo le consultazioni, le stesse Segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Fast-Confsal hanno dovuto riconoscere il mancato raggiungimento dell'obiettivo, adducendo come motivazione il fatto che «il risultato è certamente influenzato dal quadro generale del Paese che alimenta un clima lavorativo fortemente deteriorato». «È chiaro - hanno sottolineato in quell'occasione - che le azioni messe in atto dall'azienda, fino a qualche mese fa, nella gestione del personale hanno lasciato un segno profondo tra i lavoratori e, senza una netta inversione di tendenza, continueranno a produrre disagio». Di segno opposto era stato il commento delle sigle che non avevano firmato: «Il 60,3% dei lavoratori Ntv ha dato ragione alla scelta di Ugl, Uil e Orsa di non firmare», ha rimarcato il segretario nazionale Ugl Attività ferroviarie, Ezio Favetta, spiegando che «l'intesa non si presenta, così come dovrebbe, quale contratto di secondo livello rispetto al contratto nazionale di settore e che, in secondo luogo, nel rinnovo si rintracciano troppe disparità tra le diverse mansioni».

A poche giornate dall'agitazione, sulle bacheche aziendali Ntv ha fatto capolino una lettera della società nella quale si chiede alle sigle scioperanti di rivedere la posizione circa l'archiviazione dell'ipotesi di accordo. Una posizione che suonerebbe come un autogol per gli stessi dipendenti. Proprio nella premessa di quella intesa stipulata a luglio, spiega l'azienda, si prevedeva che il contratto avrebbe operato nell'ambito del Ccnl della mobilità - attività ferroviarie risalente al dicembre 2016 e che sarebbe quindi diventato questo il riferimento della nuova intesa. Secondo Ntv, il Ccnl «sarebbe diventato il contratto di riferimento del sistema contrattuale convenuto», fatto salvo - «anche in applicazione delle previsioni» dello stesso Ccnl - «quanto espressamente previsto nell'intesa sottoscritta da Italo con le organizzazioni sindacali societarie». In aggiunta, rincara l'azienda, i lavoratori che hanno votato compatti per il "no" hanno lasciato andare circa 1.400 euro di una tantum e un aumento medio da 130 euro per 14 mensilità.

Nicola Settimo, segretario nazionale della Uiltrasporti mobilità, dissente però da questa presa di posizione. «Proprio quando dice che l'accordo avrebbe operato "nell'ambito del contratto nazionale", l'azienda si tradisce: invece di inserire inequivocabilmente i dipendenti nel contratto nazionale e di lavorare a un accordo aziendale di secondo livello, la società ha voluto prendere solo alcune parti del contratto nazionale e ritagliarlo sulle proprie esigenze». Secondo Settimo, «così rischia di passare un principio inaccettabile: ogni azienda che in futuro eserciterà l'attività ferroviaria potrà farsi un contratto ad hoc, con evidente rischi di dumping». Il sindacalista rimarca poi come «sia stato un chiaro impegno di Italo - fin dalla fase di startup - entrare a pieno titolo nel Ccnl mobilità nazionale. Inizialmente abbiamo accettato una deroga al contratto nazionale, per fare la nostra parte e supportare la crescita della società nei primi anni, per altro su un mercato che per la prima volta si apriva in Italia. Ma, giunti al momento del rinnovo, ci aspettavamo il rispetto di quella promessa, anche perché gli ultimi due bilanci hanno iniziato a girare in positivo». Per Settimo non è sul tavolo una volontà di farsi concorrenza tra sindacati: «Fin da prima del referendum che ci ha dato ragione, avevamo chiesto di riaprire la trattativa. E se oggi si riaprisse il tavolo, vorremmo che tutti partecipassero per non far passare quel principio».

Alle sottolineature del sindacalista risponde nuovamente l'azienda, rimarcando «come recita la lettera aperta inviata alle Organizzazioni Sindacali» che - in caso di approvazione della intesa - «il rapporto di lavoro del personale di Italo sarebbe stato regolato dalle norme del Contratto della Mobilità - attività ferroviarie del 16 dicembre 2016»; e sempre ribadendo il "fatto salvo" di «quanto espressamente previsto nell'intesa specificatamente sottoscritta da Italo con le Organizzazioni Sindacali firmatarie».

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