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Vuoi vendere qualcosa online? attenzione alla truffa del finto corriere

Può capitare di ritrovarsi a vendere online qualche nostro oggetto che non ci serva più. Di norma non è un'operazione troppo complessa grazie ai vari marketplace esistenti, eppure, bisogna stare molto attenti alle innumerevoli truffe che vengono messe in atto. Una delle ultime trovate è " la truffa del corriere ", una truffa abbastanza articolata che inizia con il messaggio di un'acquirente da subito interessato al prodotto e pronto a comprarlo . L'acquirente però, per diversi motivi inventati, propone il pagamento tramite corriere ovvero che quando il corriere viene a ritirare il pacco con il prodotto vi consegnerà una busta con l'ammontare pattuito . Ovviamente i corrieri non offrono questo servizio quindi stiamo parlando di una truffa. In caso dovessimo accettare possono nascere diverse truffe La richiesta di una caparra per far venire il corriere tramite un sito facksimile a quello reale della compagnia. Ovviamente in questo caso non verrà mai nessuno

Truffe telefoniche: l'operatore energetico che chiede l'Iban


Fonte: La Repubblica.

Mancano pochi mesi all'entrata in vigore delle nuove regole che daranno una stretta al telemarketing. Ed è forse per questo che nel frattempo diverse aziende stanno cercando di rastrellare più clienti possibile. Per l'energia elettrica la situazione è ancora più delicata, visto che nel 2019 il mercato tutelato decadrà e sono milioni i clienti italiani che dovranno scegliere un nuovo operatore nel mercato libero.


L'ultima pratica al limite del consentito l'ha denunciata Codici: l'impresa Optima Energia starebbe infatti telefonando a diversi consumatori per invitarli a cambiare operatore. L'azienda ha però sottolineato di essere estranea a questa vicenda: «Si tratta di un’azione illecita, commessa da malfattori che operano illegalmente in nome della azienda, arrecando significativi danni alla società Optima Italia».



Il sedicente call center di Optima, che chiama da un numero della provincia di Viterbo, promette di restituire al futuro cliente 40 euro di consumi pagati in più con l'attuale operatore. Difficile capire come siano stati calcolati questi 40 euro, che somigliano più a un semplice "bonus" dedicato ai nuovi clienti. 



Per consentire questo accredito, il finto addetto di Optima fa una richiesta quasi inaudita: il codice Iban. E non solo: come spesso accade, al cliente viene chiesto anche il codice Pod, che identifica in modo univoco il punto fisico al quale l'energia viene consegnata.



Dopo aver rivolto al cliente una raffica di domande, l'operatore del call center fa la fatidica domanda: «Signora/e, lei allora vuole passare con noi e riavere i 40€ che ha pagato in più, sì o no?». Codici avverte: «Sappiate che, quando viene posta questa domanda e viene richiesto in modo chiaro di scandire il “sì”, questo “sì” verrà registrato e utilizzato per giustificarsi contro qualsiasi azione scorretta e truffaldina nei vostri confronti».



Il rischio è quindi quello di ritrovarsi un nuovo gestore di energia elettrica senza averlo mai chiesto. Gli elementi per attivare l'utenza, in teoria, ci sarebbero tutti: codice Pod, il "sì" del cliente e anche l'Iban.



«È molto probabile che la richiesta dell'Iban sia finalizzata all'attivazione di un Rid con il quale pagheremmo le bollette di Optima» spiega a Repubblica Luigi Gabriele, esperto energia di Codici. «Le segnalazioni arrivate a Codici - continua Gabriele - sono oltre un centinaio e gli elementi per rivolgerci ad Antitrust ci sono tutti, stiamo solo raccogliendo le ultime evidenze. Di certo, quando denunciamo un'attività di questo tipo, le società ci contattano subito, magari per spiegarci che si è trattato di un venditore troppo zelante. In questo caso, però, non ci ha contattato nessuno».


Dopo la pubblicazione dell'articolo, però, è arrivata la nota di Optima, che fa anche sapere «di aver già dato mandato ai propri legali di intraprendere tutte le azioni necessarie a tutela della propria immagine e della propria reputazione su mercato».

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