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Caffé: prezzi in aumento, ancora per quanto?


Come osserva lo scrittore e ambientalista americano Edward Paul Abbey, "la nostra cultura va avanti a caffè e benzina". Tuttavia, mentre il prezzo del greggio, da cui deriva la benzina, è recentemente sceso, il costo dei chicchi di caffè continua a seguire una traiettoria inarrestabile verso l’alto. Un paradosso che riflette come, in un mondo sempre più interconnesso, il caffè stia affrontando sfide molto diverse rispetto ai tradizionali combustibili fossili, ma altrettanto influenti sull'economia globale e sulle tasche dei consumatori

Prezzo del Caffè: Livelli Record

A dicembre 2024, il prezzo della tazzina di caffè ha raggiunto livelli record: un aumento del 3,8% in Europa e del 6,6% negli Stati Uniti, toccando il valore più alto degli ultimi 13 anni in termini reali. Rispetto all’anno precedente, l’incremento complessivo è stato del 40%, spinto principalmente dal rincaro della materia prima.

Dall'inizio del 2024, il prezzo dei chicchi di arabica di alta qualità, noti per il loro sapore più delicato e meno amaro, è aumentato di circa il 90%. Parallelamente, anche il prezzo dei chicchi di robusta, utilizzati principalmente per il caffè istantaneo, ha visto un incremento di circa l'80%.


I dati più recenti confermano una tendenza al rialzo nei costi alla produzione nei Paesi chiave del settore: in Africa, l’Etiopia ha registrato un aumento del 17,8% e il Kenya del 12,3%. In Sud America, i prezzi sono cresciuti del 13,6% in Brasile e dell’11,7% in Colombia. Anche l’Asia ha visto rincari significativi, con un +15,9% in Indonesia e un +5,8% in Vietnam nel confronto tra il 2024 e il 2023. Questi incrementi rischiano di tradursi in nuovi aumenti per i consumatori finali, mantenendo alta la pressione su tutta la filiera del caffè. 

Perché il Caffè Costa Sempre Di Più? Le Cause Dietro l'Aumento dei Prezzi Globali

I prezzi del caffè sono infatti schizzati alle stelle tra la fine del 2023 e gran parte del 2024, complice la scarsità delle scorte nei principali Paesi produttori come Vietnam e Indonesia, con quest’ultima che ha registrato un calo dell’export del 23%. 

Il Brasile, che produce quasi il 40% del caffè mondiale ed è il principale fornitore di arabica, è stato gravemente colpito da una combinazione di gelate improvvise e siccità prolungate; anche il Vietnam, secondo produttore mondiale di caffè e principale fornitore di robusta, ha subito gli effetti negativi di oscillazioni climatiche estreme, con periodi di siccità seguiti da forte piogge che, inevitabilmente, hanno avuto un impatto negativo sulla produzione. 
Di conseguenza, le rese dei raccolti sono crollate, riducendo significativamente l'offerta. 

Pertanto, la causa principale di questi aumenti è da attribuire alle condizioni climatiche avverse, che hanno influito negativamente sulla produzione di caffè in diverse regioni chiave, riducendo l'offerta e aumentando i costi. Dunque, il cambiamento climatico sta quindi diventando un fattore determinante nell'andamento dei prezzi globali del caffè.


A tutto questo si è aggiunto l’aumento continuo dei costi di trasporto, aggravando ulteriormente il peso sui prezzi finali.

Il commento di Antonio Baravalle, AD Lavazza

Secondo Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza, l’aumento del prezzo della tazzina di caffè sta mettendo a dura prova la tolleranza dei consumatori, con il rischio concreto di un calo delle vendite


"La pazienza dei consumatori sta raggiungendo il limite di fronte all’impennata dei prezzi del caffè", ha dichiarato Baravalle in un’intervista al Financial Times. Baravalle ha evidenziato come il rincaro sia stato in parte alimentato da dinamiche speculative sui mercati, ma anche dalle difficoltà nella produzione legate ai cambiamenti climatici, che rappresentano una minaccia concreta per il settore nel medio-lungo periodo.


Baravalle prevede che le vendite di caffè «subiranno un’ulteriore flessione nel 2025». Nonostante questo scenario, l’azienda ha scelto di non ridurre né il personale né gli investimenti in marketing e ricerca, evitando così tagli ai costi che potrebbero compromettere la crescita a lungo termine. 


Previsioni sui prezzi per i prossimi anni

Dall’inizio dello scorso anno, i prezzi dei futures sul caffè hanno registrato un’impennata significativa, con i chicchi di Arabica di alta qualità che a febbraio hanno toccato il picco di 4,39 dollari alla libbra, segnando un record. Tuttavia, ad aprile si è verificato un netto calo, con i prezzi scesi sotto i 3,45 dollari alla libbra.

Alla base di questa flessione ci sono i timori legati ai possibili dazi imposti da Donald Trump, che potrebbero rallentare la domanda a livello globale.


Cosa ci riserva il futuro, dunque? Dopo l’impennata del 40% rispetto alla media del 2023, gli analisti avvertono che i prezzi del caffè potrebbero continuare a salire nel 2025, soprattutto se dovessero verificarsi ulteriori contrazioni nella produzione delle principali aree coltivatrici. Quanto detto sembra essere perfettamente in linea con l’ultimo rapporto Fao: le quotazioni potrebbero aumentare ancora in caso di raccolti non positivi, anche a causa degli alti costi di trasporto, a causa dell'attuale precarietà ed incertezza che pervadono il commercio mondiale.

Infine, parlando delle possibili conseguenze dei dazi statunitensi, Baravalle ha precisato che saranno necessari almeno «due anni per sviluppare una capacità produttiva aggiuntiva negli Stati Uniti», indispensabile per sostenere l’espansione sul mercato nordamericano.


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