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Creme alla nocciola: la classifica Altroconsumo 2025

Non tutte le creme spalmabili alla nocciola sono create uguali. Le differenze principali riguardano la percentuale di nocciole, la presenza di oli vegetali e l’uso di ingredienti di origine animale. La quantità di nocciole può variare dal 12% al 45%, ma ci sono anche creme che contengono il 100% di nocciole, ricche di grassi “buoni” e con meno zuccheri. Gli oli più comuni sono quello di palma (che non è il più salutare) e di girasole (più leggero). Alcune creme sono vegane, quindi prive di latte, rendendole adatte anche a chi è intollerante al lattosio. I consigli di Altroconsumo Altroconsumo consiglia di optare per: Creme senza grassi o oli vegetali aggiunti , o con olio di girasole. Prodotti con alta percentuale di nocciole e cacao. Marche che specificano l’origine delle nocciole, un segno di trasparenza. I parametri di valutazione dei prodotti Le creme sono state valutate su tre criteri: Composizione (50%): ingredienti, valori nutrizionali, quantità di nocciole. Assaggio anonimo (4...

Fruit Valley italiana a rischio




Ieri duemila frutticoltori hanno manifestato per le vie di Bologna per richiamare l'attenzione sul dramma che il comparto sta vivendo tra siccità, gelate, alluvioni, infestazioni, con impatti su tutta l'economia nazionale. 
La cosidetta "fruit valley" si trova fra Bologna e l'Adriatico e produce il 30% della frutta italiana, con pesche, kiwi, pere, nettarine. Le superfici coltivate calano di giorno in giorno da 66mila a 44mila ettari negli ultimi vent'anni. In questo contesto a pagarne le conseguenze sono anche le 5mila aziende con contano danni calcolati per 32 mila euro a ettaro.
La conseguenza alla mancanza di disponibilità di ortofrutta la stanno pagando i consumatori con l'impennata dei prezzi. Ricordiamo inoltre che con i 5,3 miliardi di export l'ortofrutta italiana rappresenta la seconda delle esportazioni agroalimentari del Paese. 
I frutticoltori si dicono stanchi di difendersi a mani nude e vogliono armi contro i parassiti e le fitopatie, oltre che risposte e risorse per ristorare gli ingenti danni subiti, altrimenti altri frutteti saranno estirpati e sarà una piaga sociale per il territorio. 
Inoltre i vertici di Confagricoltura Emilia Romagna hanno spiegato che nel 2023-2024 si prevede un ulteriore calo degli ettari coltivati dell'8/10%. Mentre gli agricoltori arrivati dal Polesine ricordano che in Veneto gli ettari coltivati a pere si sono ridotte in dieci anni del 33%, l'estensione dei meleti si è dimezzata e per pesche e nettarine la coltivazione è praticamente scomparsa. 

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