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Birra, business in crescita guidato dai consumi fuori casa
È interessante notare come il rapporto tra gli italiani e la
birra stia continuando a rafforzarsi nel corso degli anni, nonostante la crisi
legata al Covid e le difficoltà che il settore ha affrontato a causa dei
rincari delle materie prime e dei servizi energetici. Secondo l'Annual Report
pubblicato da Assobirra, nel 2022 gli italiani hanno consumato un milione di
ettolitri in più rispetto al 2019, confermando una tendenza in crescita che
prosegue dal 2012.
Il consumo pro capite è aumentato a 37,8 litri, due litri in
più rispetto al 2021. Questi dati indicano che la birra sta entrando sempre più
nella vita quotidiana degli italiani, superando gli storici limiti legati alla
stagionalità, al pubblico giovanile e all'abbinamento tradizionale con la
pizza.
La produzione nazionale di birra è aumentata del 3,3%,
mentre i consumi complessivi sono cresciuti del 6%. Questi numeri indicano un
radicamento sempre più forte delle abitudini dei consumatori verso la birra. Tuttavia,
c'è preoccupazione per l'aumento delle importazioni, che è stato del 10%. La
produzione di birra in Italia è svantaggiata rispetto a quella estera a causa
delle accise più elevate, che sono quattro volte inferiori in alcuni paesi come
la Germania. Questa è un'anomalia che ha un impatto negativo sui produttori, i
distributori e i consumatori. Inoltre, se non vengono stabilizzate le riduzioni
delle accise per i piccoli birrifici, molte aziende potrebbero incontrare
difficoltà.
Le buone notizie provengono principalmente dal consumo fuori
casa, che è cresciuto di oltre un quinto nel 2021. La birra risulta essere la
bevanda più richiesta nel canale fuoricasa, seguita dalle bollicine, dal vino
bianco e da quello rosso. La versatilità della birra, sia nelle occasioni di
consumo sia negli abbinamenti con il cibo, è considerata la chiave del suo
successo. Sia i grandi birrifici come Heineken Italia, Birra Peroni, ABinBev,
Carlsberg, Birra Forst e Birra Castello, sia i microbirrifici hanno contribuito
a questo successo. Gli sforzi di comunicazione di Assobirra per promuovere un
consumo moderato e consapevole della birra, insieme alla creatività dei
microbirrifici, hanno contribuito ad affascinare nuovi consumatori e a
mantenere vivo l'apprezzamento per la birra.
Sebbene non ci siano dati
ufficiali sul giro d'affari, secondo stime circolanti tra gli addetti ai
lavori, il settore della birra artigianale in Italia avrebbe un valore di circa
400 milioni di euro, con una produzione stimata di 500.000 ettolitri. Secondo
il report di Unionbirrai, l'associazione dei piccoli birrifici indipendenti, il
numero di birrifici artigianali in Italia è raddoppiato rispetto al 2015,
superando le 1.300 realtà, e occupano oltre 9.600 addetti, registrando un aumento
del 22% nello stesso periodo. L'Italia si posiziona al sesto posto in Europa
per numero di birrifici, dopo Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera e
Olanda, e al nono posto per la produzione.
Negli ultimi anni, la birra ha saputo ampliare il suo
pubblico target e raccontarsi in modo diverso, andando oltre i classici
stereotipi. Ad esempio, le birre analcoliche, sebbene ancora una nicchia di
mercato, stanno registrando una crescita significativa e coinvolgono non solo i
grandi produttori, ma anche alcuni birrifici artigianali. Inoltre, dall'estero
arrivano segnali che indicano un'espansione imminente di questa nicchia nel
prossimo futuro.
La birra ha anche iniziato a raccontarsi in modo diverso,
andando oltre il tradizionale legame con lo sport, l'estate e l'amicizia. Si
sono affiancati messaggi che sottolineano la naturalità del prodotto, il suo
legame con la terra e l'agricoltura. Questo legame è confermato dall'aumento
dell'uso di orzo maltato in Italia e dalla crescente industria della
coltivazione del luppolo.
Nonostante le difficoltà oggettive, come il peso delle
accise e la concorrenza delle birre importate, il settore della birra sembra
godere di buona salute, con una tendenza positiva consolidata che offre buone
prospettive per il futuro. Tuttavia, il futuro non dovrebbe essere inteso solo
come un aumento dei consumi, ma anche come una maggiore strutturazione
dell'intera filiera, dalla coltivazione delle materie prime al bicchiere, che
appare oggi più completa che mai. Secondo gli attori della filiera stessa,
sarebbe necessaria una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni
riguardo a questo settore in rapida crescita.
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