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McKinsey: l’inflazione pesa ancora sul settore alimentare
Il quadro del settore alimentare europeo che
emerge dalla ricerca “State of grocery Europe”, realizzata
da McKinsey in
collaborazione con EuropeCommerce, mette in luce l’impatto
dell’inflazione sul comparto alimentare nel corso del 2022.
Partendo
da interviste condotte con 12.000 consumatori in 11 Paesi europei e oltre 50 dirigenti della fliera in 20 Paesi, lo studio sottolinea come la corsa dei prezzi abbia, da un lato, messo in difficoltà
le famiglie, costrette a ridurre drasticamente gli acquisti.
Dall’altro, la fiammata inflazionistica ha messo sotto pressione i margini degli operatori, che hanno
dovuto fare i conti con vendite in calo in termini di volumi e forniture più
costose. Il quadro sembra però in miglioramento, nonostante la fiducia
dei consumatori non sia ancora tornata ai livelli pre-Covid.
«Il tasso d’inflazione nell’Unione europea è passato dal 2,9% del
2021 al 9,2% del 2022, raggiungendo un picco dell'11,5% a ottobre – spiegano gli
esperti di McKinsey
- L'inflazione alimentare è stata persino più alta: in alcuni Paesi è
stata addirittura il doppio del dato complessivo. La situazione economica delle
famiglie ha subito una pressione significativa poiché le spese sono aumentate
molto più rapidamente del reddito disponibile e i consumatori hanno reagito
riducendo le spese». Nel complesso, le vendite di generi alimentari in Europa sono cresciute dello
2,9% nel 2022 rispetto al 2021, un aumento dovuto esclusivamente
alla componente dei prezzi (+10,7%), mentre i volumi sono scesi del 3,6%.
La ricerca sottolinea come i discount siano stati i veri vincitori del
2022: hanno guadagnato l’1,4% in termini di quota di mercato,
favoriti da una crescita sostenuta delle aperture di nuovi punti vendita, la
ripresa post-pandemica e una maggiore attenzione ai prezzi da parte dei
consumatori.
«A causa dell'inflazione dei costi, dei
volumi inferiori e dei clienti più sensibili ai prezzi, i margini di molti
rivenditori di generi alimentari europei sono stati sottoposti a forti
pressioni - prosegue lo studio - Tra il 2019 e il 2022, il margine medio
degli operatori europei è diminuito di tre punti percentuali».
Nel complesso, la fiducia
dei consumatori è in fase di recupero grazie al rallentamento
dell’inflazione. Nel dettaglio, il dato di febbraio è stato il più alto (-20,6)
dall'inizio della guerra in Ucraina, anche se ancora lontano dai livelli
pre-guerra (-10,9) e del gennaio 2019 (-5,9).
Quanto alla fiducia fra i dirigenti del settore alimentare,
il 44% degli intervistati da McKinsey prevede che il 2023 sarà peggiore del
2022 e un altro 33% ritiene che sarà difficile come il 2022, a fronte di un
misero 23% che pensa che le cose andranno meglio.
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