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Inflazione, Codacons: maggiore spesa annuale di +2.428 euro
L’inflazione
torna a salire nel nostro Paese, interrompendo la breve tregua che a marzo l’aveva
portata al 7,6% su base annua. Secondo le stime preliminari dell’Istat, ad
aprile il tasso di inflazione si attesta all'8,3%, con un aumento del
+0,5% su base mensile, trainato soprattutto dai prezzi dei beni energetici non
regolamentati. Dati che allarmano le associazioni dei consumatori.
Il Codacons
avverte: «l'inflazione all'8,3% equivale ad una maggiore spesa pari a +2.428
euro annui per la famiglia tipo che sale a +3.144 euro per un nucleo con
due figli, stangata causata dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci
come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano
rispettivamente +12,6% e +12,1% su base annua». Una preoccupazione condivisa da
Assoutenti. «I numeri Istat dimostrano che in tema di prezzi e
inflazione è ancora presto per cantare vittoria – afferma il presidente Furio
Truzzi – Le dinamiche dei listini mostrano ancora incrementi pesanti per
beni primari come gli alimentari, che ad aprile salgono del +12,6%: tradotto in
soldoni, significa che una famiglia con due figli si ritrova a spendere +969
euro annui solo per il cibo. Temiamo che sull'andamento dei listini al
dettaglio si stiano registrando speculazioni e anomalie, con alcuni beni
che su base annua vedono incrementi a due cifre anche in assenza di rialzi
delle materie prime, e senza alcuna ripercussione causata dalla guerra in
Ucraina o dall'andamento delle bollette».
Federconsumatori sottolinea inoltre come le ripercussioni dell’inflazione colpiscano
soprattutto i nuclei già in difficoltà. «Non dimentichiamo che tali aumenti non
hanno un impatto uguale per tutti: pesano in misura maggiore per le famiglie
meno abbienti. Un dato che –continua Federconsumatori – non fa altro che
aumentare le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese:
in tal senso è urgente che il Governo affronti questa vera e propria emergenza,
attraverso la definizione di politiche di contrasto alle disuguaglianze e di
sostegno alle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa. Queste
ultime, infatti, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici:
secondo le rilevazioni dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i
cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con
uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno
pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti
prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 48% dei cittadini); ad
effettuare acquisti presso i discount (+11,6%)».
Preoccupazioni
condivise anche da Federdistribuzione. «Siamo preoccupati dell'effetto
dell'inflazione sull'andamento delle vendite, soprattutto di beni di largo
consumo e ortofrutta. Le nostre imprese – commenta Carlo Alberto Buttarelli,
presidente di Federdistribuzione - rimangono sotto pressione perché
compresse tra l'aumento dei costi all'acquisto e le difficoltà derivanti
dall'attuale livello dei prezzi al consumo. L'attuale debolezza dei volumi di
consumo, che stagnano intorno al -5%, è un fattore di rischio per l'intero
sistema agroalimentare italiano, rappresentato da numerose filiere di
eccellenza, così come per le nostre imprese».
In tale scenario le
associazioni dei consumatori rivolgono un appello al governo. «Per
salvare la spesa degli italiani e difendere la sovranità alimentare del Paese è
necessario – afferma Coldiretti – aumentare i fondi destinati ai
contratti di filiera per soddisfare gli investimenti proposti dalla pasta alla
carne, dal latte all'olio, dalla frutta alla verdura nell'ambito del Pnrr». «È
necessario adottare misure tempestive per invertire questo andamento, avviando –
rincara Federconsumatori – interventi mirati al sostegno dei redditi e
del potere di acquisto delle famiglie. Il taglio del cuneo fiscale va in questa
direzione, ma sarebbe necessario renderlo strutturale: limitare l'intervento a
solo 5 mesi è insufficiente e rappresenta l'ennesima misura spot. Anche sul
fronte dell'energia sarebbe necessario ripristinare la sterilizzazione degli
oneri di sistema sulla bolletta elettrica, eliminata prematuramente. Le
risorse necessarie per tali operazioni possono e devono essere reperite
attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi,
all'evasione e all'elusione fiscale, disponendo anche un aumento della
tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite
finanziarie». «L'emergenza prezzi – avverte infine il presidente del
Codacons Carlo Rienzi – non è affatto superata, e il Governo farebbe bene
ad intervenire con misure concrete per calmierare i listini, a partire dal
taglio dell'Iva su alimentari e generi di prima necessità».
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