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Una Pasqua amara
Nel mese di marzo, l’Istat ha comunicato una
consistente riduzione nella crescita annua del tasso di inflazione, che è
passata da +9,1% nel mese di febbraio a +7,7%. Solo buone notizie per i
consumatori? Il quadro sembra essere più complesso di così, e la Pasqua
potrebbe rivelarsi ancora difficile per molti.
Secondo il Codacons, la dinamica
in discesa dell’inflazione è prevalentemente da ricondurre alla frenata delle
tariffe di luce e gas sul mercato tutelato e su quello libero, mentre il
costo del cosiddetto “carrello della spesa” è ulteriormente aumentato ad
inizio 2023, raggiungendo la cifra record di +12,7% a marzo.
Federconsumatori ha poi
cercato di quantificare i rincari per i prodotti più popolari e acquistati
durante le festività pasquali, stimando degli aumenti ben poco rassicuranti.
Per l’associazione, la colomba farcita subirà un rialzo del 51%, i
popolari ovetti del 19%, i coniglietti di cioccolato del 12%, per
un rialzo complessivo delle tariffe delle pietanze tipiche pasquali del 9,8% su
base annua.
Il salasso non si ferma però al cibo, avverte il
Codacons, segnalando anche la crescita dei costi dei servizi relativi ai
trasporti, stimata al + 6,3%.
Quella che si annuncia per gli Italiani è quindi
una Pasqua più “amara” e di prossimità, con gite brevi e spesso in luoghi del
proprio territorio, in attesa che il futuro riporti un po’ di normalità.
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