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Creme alla nocciola: la classifica Altroconsumo 2025

Non tutte le creme spalmabili alla nocciola sono create uguali. Le differenze principali riguardano la percentuale di nocciole, la presenza di oli vegetali e l’uso di ingredienti di origine animale. La quantità di nocciole può variare dal 12% al 45%, ma ci sono anche creme che contengono il 100% di nocciole, ricche di grassi “buoni” e con meno zuccheri. Gli oli più comuni sono quello di palma (che non è il più salutare) e di girasole (più leggero). Alcune creme sono vegane, quindi prive di latte, rendendole adatte anche a chi è intollerante al lattosio. I consigli di Altroconsumo Altroconsumo consiglia di optare per: Creme senza grassi o oli vegetali aggiunti , o con olio di girasole. Prodotti con alta percentuale di nocciole e cacao. Marche che specificano l’origine delle nocciole, un segno di trasparenza. I parametri di valutazione dei prodotti Le creme sono state valutate su tre criteri: Composizione (50%): ingredienti, valori nutrizionali, quantità di nocciole. Assaggio anonimo (4...

Aumenti del prezzo della pasta. Allarme dall’Unione dei consumatori


La guerra delle famiglie contro i carrelli costosi inizia con la pasta. L'Unione Italiana dei Consumatori denuncia che dal mese di giugno del 2021 fino ai giorni attuali, il prezzo della pasta è aumentato di circa il 37%. L'associazione studia nuove denunce all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e all'Agenzia di Giustizia Penale per possibili violazioni dell'andamento dei listini al dettaglio: «È necessario - scrive il Codacons - verificare se vi siano anomalie sul mercato tese a mantenere elevati i prezzi al dettaglio di un prodotto molto presente sulle tavole degli italiani». Inoltre, secondo il Codacons, l'aggiunta di pratiche ipotetiche e speculative sulle merci potrebbero costituire un cancello anticoncorrenziale. 

C'è una battaglia aperta per i costosi maccheroni in questo momento. La Coldiretti, secondo quanto riportato dai dati Istat Coeweb, ha gettato pochi giorni fa la sua prima pietra nello stagno, denunciando che, mentre i pagamenti del grano duro agli agricoltori sono diminuiti del 30% l'anno scorso, il prezzo della pasta è aumentato del 18% nello stesso periodo. Al tavolo degli imputati, gli industriali si sono subito mobilitati per difendersi, soprattutto dall'accusa di speculazione: «Il grano ha prezzi troppo fluttuanti e non l'industria della pasta a determinare il prezzo del grano duro, a farlo è il mercato globale con meccanismi e quotazioni internazionali», ha annunciato qualche giorno fa Riccardo Felicetti, Presidente dei pastai dell'Unione Italiana Food

I produttori sottolineano poi che il grano duro e la semola incidono significativamente sul costo finale della pasta, considerato un prodotto mono ingrediente, ma bisogna anche fare i conti con altre voci di costo come energia, imballaggio e trasporto. 

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