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Un italiano su tre è disposto ad acquistare cibo a base di insetti
La crescente curiosità per la sperimentazione gastronomica e
l'arrivo sul mercato dei primi prodotti alimentari contenenti insetti
commestibili hanno portato a un aumento del loro consumo in Italia. Secondo
un'indagine condotta dall'Università di Bergamo, il 30% degli italiani si
dichiara disposto ad acquistare alimenti contenenti insetti. Questo ha aperto
la strada allo sviluppo di un nuovo settore produttivo dell'industria
alimentare, i cosiddetti "novel food" classificati così dalla
normativa europea.
Negli ultimi quattro anni, il settore degli insetti
commestibili ha attratto oltre un miliardo di euro di investimenti e ha
raggiunto una produzione di circa mille tonnellate, destinati sia al settore
mangimistico sia a quello alimentare. Secondo le stime dell'organizzazione
no-profit Ipiff, entro il 2025 la produzione raggiungerà le 90mila tonnellate
(360mila entro il 2030) potendo contare su 3 miliardi di euro di investimenti.
In questo settore sono arrivate anche grandi aziende, come
il petfood, attratte dalle potenzialità del business. Le riforme introdotte
finora a livello comunitario hanno contribuito ad avviare questo settore, ma
saranno le mosse successive della Ue a farlo crescere, puntando ancora di più
sugli insetti per ridurre la dipendenza dalle materie prime per la produzione
di mangimi e fertilizzanti e massimizzare il contributo del settore nella
sostenibilità alimentare e l'economia circolare.
In questo contesto, l'Italia finora è stata poco presente,
nonostante gli insetti commestibili possano rappresentare un'opportunità per
innovare il settore agroalimentare e creare valore nella filiera dei novel food
made in Italy. Carlotta Totaro Fila, fondatrice di Alia Insect Farm, una start
up agricola di R&S nei novel food a filiera corta e 100% made in Italy,
sottolinea che la maestria italiana nel realizzare alimenti dal gusto
eccellente e nel garantire la sicurezza alimentare può aprire interessanti
prospettive per tutto il comparto agroalimentare italiano. Introducendo le
quantità consentite di polvere di grillo in prodotti comuni come pane, pizza e
snack e dichiarandolo in modo chiaro in etichetta, si possono aggiungere
benefici nutrizionali, offrire nuove esperienze gustative e realizzare prodotti
che contribuiscono sia al benessere del consumatore sia a quello del pianeta.
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