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I rischi di staccare il contacalorie per risparmiare sulle bollette

Mai come quest'anno il meteo è fondamentale per la tenuta dell’economia. Il freddo e la neve di questo inverno stanno provocando un aumento dei consumi energetici e conseguenti incrementi dei costi. Staccare il contacalorie per risparmiare sulle bollette: questa è l'ultima frontiera dei furbetti dei termosifoni. «Tanto chi mi controlla? Se lo stacco, è come se non consumassi». Il contabilizzatore di calore, questo è il nome tecnico, è uno strumento che, applicato sulla superficie del radiatore, riesce a registrare il reale consumo energetico, permettendo all’unità immobiliare collegata a un impianto centralizzato di pagare sul reale consumo. Ad imporne l'uso il decreto legislativo 102/2014.
Quali sono le conseguenze giuridiche per i trasgressori? «Il condomino che nella sua abitazione rimuove il contacalorie rende impossibile una corretta ripartizione delle spese». spiega l’avvocato penalista Marcello Bana, partner dello Studio Bana. Nel caso in cui non fosse possibile risalire ai reali consumi, il condominio può intervenire effettuando l’addebito dell’anno precedente o ricorrendo al metodo dei millesimi.
L'avvocato spiega inoltre a quali rischi penali vanno incontro i furbetti. «Si potrebbe ipotizzare a suo carico, quantomeno sotto il profilo del tentativo, il reato di furto previsto dell’art. 624 del codice penale, che sanziona con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 164 a 516 euro “chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto”», prosegue il legale. Il comma due dell’articolo citato considera “cosa mobile” ogni tipo di energia che abbia valore economico.
Nel caso in cui il contacalorie venisse rotto di proposito, quali le conseguenze? «In questo caso potrebbe essere contestata la circostanza aggravante di cui al secondo comma dell’art. 625 codice penale, che comporta un aumento di pena da 2 a 6 anni e la multa da 927 a 1500 euro».
Infine, ci si chiede "Chi può controllare?" «Generalmente il controllo è in mano all'amministratore o ad un soggetto da lui delegato», spiega l'avvocato. E quali sono gli strumenti per intervenire? «L'assemblea condominiale deve deliberare, quale persona offesa, l'eventuale querela a carico del condomino (nel caso di reato aggravato sarà sufficiente la denuncia da parte dell'amministratore essendo il reato perseguibile d'ufficio)» conclude Bana.
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