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Creme alla nocciola: la classifica Altroconsumo 2025

Non tutte le creme spalmabili alla nocciola sono create uguali. Le differenze principali riguardano la percentuale di nocciole, la presenza di oli vegetali e l’uso di ingredienti di origine animale. La quantità di nocciole può variare dal 12% al 45%, ma ci sono anche creme che contengono il 100% di nocciole, ricche di grassi “buoni” e con meno zuccheri. Gli oli più comuni sono quello di palma (che non è il più salutare) e di girasole (più leggero). Alcune creme sono vegane, quindi prive di latte, rendendole adatte anche a chi è intollerante al lattosio. I consigli di Altroconsumo Altroconsumo consiglia di optare per: Creme senza grassi o oli vegetali aggiunti , o con olio di girasole. Prodotti con alta percentuale di nocciole e cacao. Marche che specificano l’origine delle nocciole, un segno di trasparenza. I parametri di valutazione dei prodotti Le creme sono state valutate su tre criteri: Composizione (50%): ingredienti, valori nutrizionali, quantità di nocciole. Assaggio anonimo (4...

I risultati del sondaggio per il progetto “SURF – Sostenibilità, Utilità sociale e Responsabilità della finanza”

 


Tra gennaio e aprile 2022, secondo dati diffusi da Google, la parola “sostenibilità” è stata tra i 10 argomenti più ricercati a dimostrazione dell’interesse dei consumatori su questo tema.

Adiconsum, associazione particolarmente legata a questo tema, ha effettuato un Sondaggio tra i consumatori per comprendere in che modo essi si rapportano con i temi della sostenibilità, del consumo e dell’economia circolare e approfondire come l’interesse per questi temi si tramuti in azioni concrete.

Il sondaggio fa parte del progetto “SURF – Sostenibilità, Utilità sociale e Responsabilità della finanza”, in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di Noi&UniCredit, il programma di partnership fra la banca e 14 Associazioni Consumatori di rilevanza nazionale a cui Adiconsum partecipa attivamente dal 2005.

I partecipanti sono stati prevalentemente di genere maschile, compresi nella fascia d’età 46-69 anni, con diploma di scuola media superiore, residenti per il 25% in Lombardia e a seguire in Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. 

Il 97% ha dichiarato di aver sentito parlare di sostenibilità e il 48% di ritenerlo un concetto attuale e presente nella propria quotidianità. Riguardo alla sua definizione, il 50%, ha optato per la tutela, la difesa dell’ambiente e l’utilizzo consapevole delle risorse e il 43% per l’attenzione al soddisfacimento dei bisogni della generazione attuale senza compromettere la possibilità di quelle future di realizzare i propri.

Tra i comportamenti sostenibili messi in pratica dai partecipanti c’è al primo posto la raccolta differenziata, seguita dalla riduzione degli sprechi.

In merito invece agli acquisti sostenibili, un grosso scoglio è rappresentato dal prezzo; solo nel caso in cui il prodotto, oltre ad essere sostenibile, avesse anche una durabilità maggiore, i consumatori sarebbero disposti a pagare di più.

Inoltre il 76% dei consumatori intervistati ritiene che le banche abbiano un ruolo nel favorire la transizione ecologica sia offrendo prodotti di finanziamento e investimento che indirizzino il consumatore verso scelte sostenibili (49%) sia adottando politiche che riducono l’impatto ambientale della loro attività (27%).

Quanto alla conoscenza dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) fissati dall’ONU, il quadro è tutt’altro che rassicurante: ben il 43% degli intervistati non ne ha mai sentito parlare e il 36%, pur sapendo di cosa si tratta, non ricorda quali siano.

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