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Agricoltura minacciata dalla siccità
Il dimezzamento delle piogge durante quest’anno ha avuto un impatto devastante sulle produzioni nazionali che segnano cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, meno 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, meno 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che sono il granaio d'Italia, cali per oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, crolla di 1/3 la produzione di riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove si allargano le zone di “acqua morta”.
La Coldiretti, in merito alle dichiarazioni del premier Mario Draghi, afferma che il piano siccità serve per salvare le 300mila imprese agricole che si trovano nelle aree più danneggiate dall’emergenza siccità e assicurare la produzione agroalimentare del Paese, in una situazione dove i danni hanno superato i tre miliardi di euro.
Inoltre la siccità, a causa del taglio dei raccolti, pesa anche sui prezzi nel carrello della spesa con aumenti che vanno dal +10,8% per la frutta al +11,8% della verdura, in una situazione resa già difficile dai rincari legati alla guerra in Ucraina.
Le aree più colpite dalla siccità sono soprattutto quelle del centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce il 30% dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Con la risalita del cuneo salino che minaccia le colture, il Po è irriconoscibile – evidenzia Coldiretti – con una grande distesa di sabbia che occupa la parte del letto del fiume, mentre i grandi laghi del nord che servono come riserve di acqua per le popolazioni e l’agricoltura sono ancora ai minimi. La conseguenza è che il 28% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e siccità.
«È necessario realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul
territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per
conservare l'acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all'industria e all'agricoltura,
con una ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione – riferisce presidente
della Coldiretti Ettore Prandini – Per fare ciò bisogna trattare la questione per
quella che è, cioè una vera e propria emergenza nazionale, solo così sarà
possibile dare una risposta concreta alla sofferenza di imprese e cittadini.
Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, – continua Prandini – abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la
realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per
arrivare a raccogliere il 50% dell'acqua dalla pioggia (oggi l'Italia perde
ogni anno l'89% dell'acqua piovana, circa 270 miliardi di metri cubi).
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