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Creme alla nocciola: la classifica Altroconsumo 2025

Non tutte le creme spalmabili alla nocciola sono create uguali. Le differenze principali riguardano la percentuale di nocciole, la presenza di oli vegetali e l’uso di ingredienti di origine animale. La quantità di nocciole può variare dal 12% al 45%, ma ci sono anche creme che contengono il 100% di nocciole, ricche di grassi “buoni” e con meno zuccheri. Gli oli più comuni sono quello di palma (che non è il più salutare) e di girasole (più leggero). Alcune creme sono vegane, quindi prive di latte, rendendole adatte anche a chi è intollerante al lattosio. I consigli di Altroconsumo Altroconsumo consiglia di optare per: Creme senza grassi o oli vegetali aggiunti , o con olio di girasole. Prodotti con alta percentuale di nocciole e cacao. Marche che specificano l’origine delle nocciole, un segno di trasparenza. I parametri di valutazione dei prodotti Le creme sono state valutate su tre criteri: Composizione (50%): ingredienti, valori nutrizionali, quantità di nocciole. Assaggio anonimo (4...

Spreco alimentare, consapevolezza consumatori è al 72%

Il 72% dei consumatori è oggi consapevole dei propri sprechi alimentari, rispetto al 33% registrato prima del 2020.

È quanto emerge dall'ultimo report del Capgemini Research Institute, dal titolo "Reflect. Rethink. Reconsider. Why food waste is everybody's problem"che ha coinvolto un campione di 10.000 consumatori e dirigenti di 1.000 organizzazioni attive nel settore della produzione e commercializzazione di prodotti alimentari. Lo studio di Capgemini (realtà che lavora a supportare le aziende nel loro percorso di trasformazione digitale e di business facendo leva sulla tecnologia) registra che oltre il 90% dei consumatori preferisce marchi che si impegnano a ridurre gli sprechi alimentari, mentre il 60% dei consumatori si sente in colpa se spreca cibo. Il 61% desidera un impegno maggiore da parte di rivenditori e aziende. 

Secondo il report i consumatori stanno già cercando nuovi modi per ridurre i propri sprechi alimentari: rispetto allo scorso anno, è stato infatti registrato un incremento dell'80% delle ricerche sui social media relative a metodi per allungare la durabilità dei prodotti alimentari, risparmio sui costi (56%) e preoccupazioni legate alla fame nel mondo (52%) e al cambiamento climatico (51%). Gli analisti segnalano che i consumatori ritengono inoltre di essere troppo spesso abbandonati a loro stessi per quanto riguarda la riduzione degli sprechi alimentari. 

In particolare per l'aumento della durabilità del cibo per il consumo domestico, due terzi (67%) affermano di rivolgersi a fonti esterne per ottenere informazioni (amici, familiari, influencer e social media), mentre un terzo (33%) afferma di riceverle da confezioni, pubblicità o campagne gestite da produttori e rivenditori di generi alimentari. il 60% delle organizzazioni sostiene di supportare i consumatori nella comprensione di termini come "da consumarsi preferibilmente entro", "da consumarsi entro" e "data di scadenza", ma solo il 39% degli intervistati si ritiene soddisfatto della chiarezza di tali informazioni.


Fonte: ANSA

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