L’inizio di novembre segna l’accensione della maggior parte dei termosifoni in tutto il Paese, avvicinandoci alle temperature più fredde che dovrebbero, in teoria, caratterizzare questa stagione (per quanto invece sino ad ora l’inizio dell’autunno sia stato molto mite). Intorno al 15 ottobre infatti avevano già acceso i termosifoni 4200 Comuni, tra cui Bologna, Milano, Torino e L’Aquila, mentre il primo novembre se ne sono aggiunti 1500, tra cui Genova, Ancona, Roma e Bari.
L’Italia è infatti divisa in sei zone climatiche, alle quali corrisponde un diverso periodo di accensione dei termosifoni e un monte ore giornaliero. La Zona E prevede l’accensione dal 15 ottobre al 15 aprile per 14 ore al giorno, due in più della Zona D che tuttavia può accende i termosifoni solo dal primo novembre. Per la Zona C si dovrà invece attendere il 15 novembre per un massimo di 10 ore sino al 31 marzo, così come per la Zona B che, tuttavia, potrà accenderli solo da primo dicembre per massimo 8 ore. La Zona A infine (corrispondente a Lampedusa e Porto Empedocle) dovrà attendere anch’essa dicembre e sarà la prima a spegnerli nuovamente, il 15 marzo, per massimo 6 ore al giorno. Nella Zona F invece (corrispondente all’arco alpino e alcune zone degli Appennini, con Bolzano, Belluno e Cuneo) non sono previste limitazioni. In caso di emergenze meteo, i singoli Comuni possono adottare ordinanze per derogare alla legge nazionale.
Molte famiglie tuttavia, grazie alle manopole inserite gli scorsi anni, potranno tenerli ancora spenti, non solo per motivi di risparmio ma, come anticipato, non avendone bisogno per via delle temperature. L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) consiglia ai consumatori di prestare particolare attenzione nella gestione del riscaldamento, tra le spese più onerose in Italia, fornendo alcuni consigli.
È fondamentale la manutenzione delle caldaie, la quale è consigliata anche senza l’attesa della scadenza del bollino blu, specialmente con caldaie di vecchio tipo, prendendo anzi in considerazione l’idea di sostituire la vecchia caldaia con un impianto più efficiente (essendoci inoltre l’obbligo di installare le caldaie a condensazione e le pompe di calore ad alta efficienza, o sistemi ibridi che possono essere collegati ai collettori solari per l’acqua calda o pannelli fotovoltaici per l’energia elettrica). Parallelamente, è consigliabile un check-up energetico alla casa con esperti, o l’introduzione di centraline di regolazione automatica per non riscaldare troppo alcune stanze rispetto ad altre.
Si consiglia, oltre al rispetto delle fasce orarie, di tenere spento il riscaldamento la notte, evitare di coprire i termosifoni (mobili o biancheria), evitare un riscaldamento eccessivo oltre i 22 gradi (quando già 19 possono essere soddisfacenti) e di gestire con attenzione le valvole termostatiche (ad esempio per tenere a 0 la temperatura in stanze non utilizzate o abitate) e i contabilizzatori.
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