Con l’arrivo delle vacanze estive sempre più persone puntano su vacanze al risparmio grazie ai numerosi appartamenti affittati, anche per breve periodo, in giro per il paese. Tuttavia il fenomeno degli “affitti brevi” non è adeguatamente regolarizzato.
Ecco che l'Agenzia delle Entrate, nella sua lotta contro l’evasione fiscale, ha predisposto la novità dei “bollini”, una sorta di marchio di garanzia e autenticità obbligatorio per legge
Precedentemente, esattamente due anni fa, è stata stabilita la possibilità di applicare la cedolare secca al 21% anche sulle locazioni turistiche con durata inferiore ai 30 giorni e l'obbligo per i portali che incassano l'affitto e poi lo girano ai proprietari di applicare la cedolare alla fonte, oltre all’obbligo per gli intermediari di comunicare alle Entrate i dati dei locatori. Contro il provvedimento si era schiarata la società Airbnb, che aveva impugnato la norma di fronte al Tar e, vedendola respinta, aveva annunciato un ricorso al Consiglio di Stato, senza applicare al momento nessuna delle normative previste.
Di fronte a questa opposizione il governo ha istituito il nuovo bollino, senza il quale non sarà possibile mettere le offerte on line, pena sanzioni da 500 a 5.000 euro per annuncio a carico del portale.
Per luglio per tanto dovrà essere istituita una banca dati delle strutture ricettive, nella quale saranno inseriti anche degli immobili destinati alle locazioni brevi presenti sul territorio nazionale, mentre da gennaio sarà obbligatorio per chi offre l'appartamento per le locazioni brevi, registrarsi al portale “Alloggiati Web” per comunicare alla questura i dati degli ospiti.
Il codice permetterà di distinguere le strutture sulla base della tipologia, delle caratteristiche e dell'ubicazione. Le informazioni contenute nella banca dati saranno a disposizione anche sul sito internet del Ministero delle politiche agricole e del turismo.
Una soluzione che soddisfa molti Comuni che avranno accesso alla banca dati, anche a fini di monitoraggio, specialmente per quelli che prevedono l’imposta di soggiorno o il contributo di soggiorno. In questo modo sarà sempre più difficile l'evasione anche di quanto dovuto ai Comuni da parte dei turisti.
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