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Creme alla nocciola: la classifica Altroconsumo 2025

Non tutte le creme spalmabili alla nocciola sono create uguali. Le differenze principali riguardano la percentuale di nocciole, la presenza di oli vegetali e l’uso di ingredienti di origine animale. La quantità di nocciole può variare dal 12% al 45%, ma ci sono anche creme che contengono il 100% di nocciole, ricche di grassi “buoni” e con meno zuccheri. Gli oli più comuni sono quello di palma (che non è il più salutare) e di girasole (più leggero). Alcune creme sono vegane, quindi prive di latte, rendendole adatte anche a chi è intollerante al lattosio. I consigli di Altroconsumo Altroconsumo consiglia di optare per: Creme senza grassi o oli vegetali aggiunti , o con olio di girasole. Prodotti con alta percentuale di nocciole e cacao. Marche che specificano l’origine delle nocciole, un segno di trasparenza. I parametri di valutazione dei prodotti Le creme sono state valutate su tre criteri: Composizione (50%): ingredienti, valori nutrizionali, quantità di nocciole. Assaggio anonimo (4...

Rischio aumenti dei costi dei conti bancari, alcuni consigli su come individuarli



Secondo i dati pubblicati da Bankitalia, l’aumento di concorrenza ha generato per i conti bancari dei costi sempre più cari. I dati (2017) indicano una spesa pari a 79,4 euro per la gestione di un conto corrente, in aumento di due euro rispetto al 2016, così come la spesa per i conti online, pari a 2,1 euro rispetto ai sei centesimi precedenti. 

Le banche possono cambiare le condizioni contrattuali e aumentare le voci di costo, ma sono obbligate ad avvisare i clienti almeno due mesi prima e a motivare le proprie scelte. Esempi recenti, riportati da Altroconsumo, sono stati nel 2016 il Banco Popolare e la Deutsche Bank che giustificarono i propri aumenti con il fatto di aver partecipato al Fondo nazionale di risoluzione (un fondo d’emergenza della Banca d’Italia per aiutare le banche in difficoltà ed evitare che sia lo Stato a farsene carico) e nel 2017 Intesa Sanpaolo, che applicò un rincaro del 30% ai correntisti motivando la scelta come necessaria per far fronte ai tassi d’interesse di mercato. 

Questi aumenti non appaiono nemmeno chiari ai consumatori, essendo spesso mascherati e sottaciuti. Ad esempio, la concorrenza basata sull’offerta, ampiamente pubblicizzata, di “costi zero” per i nuovi clienti, nasconde il fatto che simili offerte non sono illimitate ma che, come sostiene l’Unione nazionale consumatori, allo scadere di un certo periodo lasciano il posto ai costi di gestione. 

A subire gli effetti più negativi del sistema di concorrenza attuale sono i clienti coi contratti più vecchi. Non essendo più interessate a mantenere i clienti fidelizzati quanto l’attrazione di nuovi correntisti, le banche intatti tendono ad applicare condizioni economiche non più competitive. 

L’Unione nazionale dei consumatori propone una serie di accorgimenti per tenere sotto osservazione il sistema. Ad esempio controllando l’indicatore sintetico di costo, comunicato nell’informativa periodica di fine anno, il quale mostra le spese e le commissioni annuali per un “modello di cliente”, offrendo una visione complessiva del costo totale di gestione del conto. Altri consigli utili che possono sembrare banali ma che sono viceversa rilevanti sono un’attenta lettura del contratto (dove è presente tutto ciò che la pubblicità minimizza o nasconde), la preferenza ad effettuare le operazioni online rispetto allo sportello e un controllo periodico delle voci di spesa sull’estratto conto, specie osservando gli aumenti riguardo a bancomat, libretti d’assegni o carte di credito.

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