
Il mondo del turismo, in continua trasformazione, dedica sempre più spazio alla gestione delle recensioni, strumento utile come vetrina e biglietto da visita per la propria azienda ma al contempo una lama a doppio taglio, che rende l’azienda vittima potenziale di recensioni negative, per incomprensione o per mala fede, che non rispecchiano la verità o sminuiscono i punti di forza di una struttura.
Specialmente dopo le festività, sono numerosi i casi di lamentele presso gli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori. Ma la novità dei reclami di quest’anno concerne anche il tema delle false recensioni. A tale proposito, il giornale online Today riporta la testimonianza di un utente.
«Grazie alle piattaforme on line – riporta la dichiarazione pubblicata sull’articolo - sono ormai disponibili per ciascuno di noi migliaia di commenti che rappresentando l’evoluzione del passaparola. Siamo tutti naturalmente inclini a fidarci del consiglio dell’amico ma oggi si ascolta anche la voce di persone che non conosciamo, grazie alle piattaforme che raccolgono numerosi commenti e consentono facilmente di orientarsi tra questi ricercando la struttura sulla quale vogliamo raccogliere più informazioni». Non a caso la stessa pubblicità tradizionale è stata ampiamente superata dal fenomeno delle recensione.
L’Unione Nazionale dei Consumatori è in prima linea da anni contro le false recensioni. Proprio per affrontare le novità in questo ambito, l’Unione ha presentato un manifesto su come dovrebbe essere una recensione. «Il manifesto – indica l’associazione - prende il nome di “Voce dei Consumatori” e illustra il diritto/dovere dei consumatori rispetto alle recensioni: non solo quello di scegliere sulla base di commenti veritieri, ma anche quello di manifestare liberamente (in loco e online) il feedback derivato dalla propria esperienza».
Non solo. L’Unione Europea, data la portata sovranazionale della questione, ha recentemente approvato in Parlamento un pacchetto di norme in risposta alle sfide presentate dall’economia e dalle piattaforme on line. Ad esempio soprattutto grandi aziende come Amazon, E-bay, Airbnb e Skyscanner dovranno rivelare i principali parametri concernenti la classificazione delle offerte che si presentano al consumatore nella sua ricerca. Riuscirà la “giurisprudenza” a tenere il passo delle evoluzioni online?
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