Passa ai contenuti principali

In primo piano

Creme alla nocciola: la classifica Altroconsumo 2025

Non tutte le creme spalmabili alla nocciola sono create uguali. Le differenze principali riguardano la percentuale di nocciole, la presenza di oli vegetali e l’uso di ingredienti di origine animale. La quantità di nocciole può variare dal 12% al 45%, ma ci sono anche creme che contengono il 100% di nocciole, ricche di grassi “buoni” e con meno zuccheri. Gli oli più comuni sono quello di palma (che non è il più salutare) e di girasole (più leggero). Alcune creme sono vegane, quindi prive di latte, rendendole adatte anche a chi è intollerante al lattosio. I consigli di Altroconsumo Altroconsumo consiglia di optare per: Creme senza grassi o oli vegetali aggiunti , o con olio di girasole. Prodotti con alta percentuale di nocciole e cacao. Marche che specificano l’origine delle nocciole, un segno di trasparenza. I parametri di valutazione dei prodotti Le creme sono state valutate su tre criteri: Composizione (50%): ingredienti, valori nutrizionali, quantità di nocciole. Assaggio anonimo (4...

Roma: in 13 ristoranti della Capitale arriva 'rimpiattino', la risposta di Confcommercio contro lo spreco alimentare



Sbarca anche a Roma "Il rimpiattino", l'iniziativa che Confcommercio Fipe, federazione italiana pubblici esercizi ha lanciato assieme al consorzio Comieco in varie città d'Italia per evitare gli sprechi nei ristoranti e nei bar. Da oggi, dunque, anche in 13 ristoranti della Capitale che hanno aderito all'iniziativa, i clienti a fine pasto potranno richiedere senza alcun costo aggiuntivo quello che nei paesi anglosassoni prende il nome di "doggy bag", un contenitore per i resti del cibo e uno per le bevande in materiale compostabile, realizzato dal consorzio di imballaggi Comieco, la cui grafica è stata creata da uno studio di design. A presentare, presso la Confcommercio Roma, l'iniziativa, già promossa e avviata su tutto il territorio nazionale, il commissario Fipe Confcommercio Roma Giancarlo Deidda, il direttore Fipe Confcommercio Luciano Sbraga e il direttore generale Comieco Carlo Montalvetti. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche alcuni dei ristoratori aderenti. Il progetto si propone, attraverso il coinvolgimento diretto del mondo della ristorazione, di fare della doggy bag una pratica sempre più consolidata nella cultura italiana.

«La ristorazione assume un ruolo sempre più rilevante nei consumi alimentari degli italiani - ha detto Deidda - non soltanto dal punto di vista quantitativo ma anche da quello qualitativo. Oggi il 36 per cento della spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa e il dato più significativo è che mentre i consumi nella ristorazione sono in progressiva crescita quelli in casa diminuiscono. Ma nella ristorazione si creano stili alimentari, modelli di consumo e stili di vita. Da queste premesse - ha aggiunto - nasce l'esigenza di accompagnare anche nella ristorazione l'accresciuta sensibilità dell'opinione pubblica sul tema dello spreco alimentare nella consapevolezza che alla crescita di ruolo debba corrispondere una crescita altrettanto forte della responsabilità verso comportamenti e azioni virtuose finalizzate a ridurre gli sprechi». Dallo studio presentato oggi emerge che secondo l'80 per cento dei ristoratori intervistati da Fipe il problema dello spreco di cibo nei loro esercizi viene considerato rilevante (tra questi il 50,6 per cento lo considera addirittura molto rilevante) e il 55 per cento dei ristoratori rileva che spesso si spreca molto cibo al ristorante perché i clienti non mangiano tutto quello che hanno ordinato e lo stesso problema avviene per il vino. «La fase del 'processo' di produzione ed erogazione del servizio nella quale si concentrano maggiormente gli sprechi e' proprio quella del consumo - ha spiegato Deidda - Si esprime in tal senso il 51,6 per cento dei ristoratori intervistati. Ciò significa che il cibo ordinato e portato in tavola viene consumato solo in parte mentre quello che resta finisce nella spazzatura. Ma al ristorante si spreca anche nella preparazione in cucina e nella conservazione. Parte del cibo viene scartata a volte soltanto per problemi che hanno a che fare con l'estetica piuttosto che con la qualità e la salubrità. Il cibo ordinato e non consumato non è poco». Dai dati si evince che per il 14,3 per cento dei ristoratori intervistati e' molto e per il 40,5 per cento è abbastanza. Solo per un residuale 5,4 per cento non c'è spreco.

Secondo la ricerca condotta dall'ufficio studi Fipe sullo spreco alimentare in bar e ristoranti a livello nazionale e presentata oggi presso la Confcommercio Roma, la consuetudine di portarsi a casa il cibo ordinato e non consumato riguarda solo una piccola parte della clientela (15,5 per cento per il cibo e l'11,8 per cento per il vino). Secondo un ristoratore su due per imbarazzo a cui seguono scomodità (19,5 per cento) e indifferenza (18,3 per cento). Eppure, dai dati emersi, non sono pochi i ristoratori (43 per cento) che tentano di superare l'imbarazzo dei clienti comunicando che si ha la possibilità di portarsi via cibo e vino non consumati. Poi c'è un 34 per cento che lo fa raramente e il restante 23 per cento mai. Dallo studio condotto emerge che «la ristorazione afferma di essere pienamente attrezzata per gestire l'asporto con contenitori adatti alla conservazione di prodotti alimentari. Si tratta per lo più delle classiche vaschette in alluminio per alimenti». Infine, solo il 30 per cento degli intervistati conosce l'iniziativa sulla doggy bag promossa da Fipe e Comieco ma ben il 92 per cento si dichiara favorevole anche se non tutti sono disposti a condividerla sul piano operativo. In ogni caso va evidenziato che due ristoratori su tre manifestano l'interesse a partecipare all'iniziativa all'iniziativa Fipe-Comieco contro lo spreco alimentare.

Commenti