Sbarca anche a Roma "Il rimpiattino",
l'iniziativa che Confcommercio Fipe, federazione italiana pubblici esercizi ha
lanciato assieme al consorzio Comieco in varie città d'Italia per evitare gli
sprechi nei ristoranti e nei bar. Da oggi, dunque, anche in 13 ristoranti della
Capitale che hanno aderito all'iniziativa, i clienti a fine pasto potranno
richiedere senza alcun costo aggiuntivo quello che nei paesi anglosassoni
prende il nome di "doggy bag", un contenitore per i resti del cibo e
uno per le bevande in materiale compostabile, realizzato dal consorzio di imballaggi
Comieco, la cui grafica è stata creata da uno studio di design. A presentare,
presso la Confcommercio Roma, l'iniziativa, già promossa e avviata su tutto il
territorio nazionale, il commissario Fipe Confcommercio Roma Giancarlo Deidda,
il direttore Fipe Confcommercio Luciano Sbraga e il direttore generale Comieco
Carlo Montalvetti. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche alcuni dei
ristoratori aderenti. Il progetto si propone, attraverso il coinvolgimento
diretto del mondo della ristorazione, di fare della doggy bag una pratica
sempre più consolidata nella cultura italiana.
«La ristorazione assume un ruolo sempre più rilevante nei
consumi alimentari degli italiani - ha detto Deidda - non soltanto dal punto di
vista quantitativo ma anche da quello qualitativo. Oggi il 36 per cento della
spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa e il dato più
significativo è che mentre i consumi nella ristorazione sono in progressiva
crescita quelli in casa diminuiscono. Ma nella ristorazione si creano stili
alimentari, modelli di consumo e stili di vita. Da queste premesse - ha
aggiunto - nasce l'esigenza di accompagnare anche nella ristorazione l'accresciuta
sensibilità dell'opinione pubblica sul tema dello spreco alimentare nella
consapevolezza che alla crescita di ruolo debba corrispondere una crescita
altrettanto forte della responsabilità verso comportamenti e azioni virtuose
finalizzate a ridurre gli sprechi». Dallo studio presentato oggi emerge
che secondo l'80 per cento dei ristoratori intervistati da Fipe il problema
dello spreco di cibo nei loro esercizi viene considerato rilevante (tra questi
il 50,6 per cento lo considera addirittura molto rilevante) e il 55 per cento
dei ristoratori rileva che spesso si spreca molto cibo al ristorante perché i
clienti non mangiano tutto quello che hanno ordinato e lo stesso problema
avviene per il vino. «La fase del 'processo' di produzione ed erogazione del
servizio nella quale si concentrano maggiormente gli sprechi e' proprio quella
del consumo - ha spiegato Deidda - Si esprime in tal senso il 51,6 per cento dei
ristoratori intervistati. Ciò significa che il cibo ordinato e portato in
tavola viene consumato solo in parte mentre quello che resta finisce nella
spazzatura. Ma al ristorante si spreca anche nella preparazione in cucina e
nella conservazione. Parte del cibo viene scartata a volte soltanto per
problemi che hanno a che fare con l'estetica piuttosto che con la qualità e la
salubrità. Il cibo ordinato e non consumato non è poco». Dai dati si evince che per
il 14,3 per cento dei ristoratori intervistati e' molto e per il 40,5 per cento
è abbastanza. Solo per un residuale 5,4 per cento non c'è spreco.
Secondo la ricerca condotta dall'ufficio studi Fipe sullo
spreco alimentare in bar e ristoranti a livello nazionale e presentata oggi
presso la Confcommercio Roma, la consuetudine di portarsi a casa il cibo
ordinato e non consumato riguarda solo una piccola parte della clientela (15,5
per cento per il cibo e l'11,8 per cento per il vino). Secondo un ristoratore
su due per imbarazzo a cui seguono scomodità (19,5 per cento) e indifferenza
(18,3 per cento). Eppure, dai dati emersi, non sono pochi i ristoratori (43 per
cento) che tentano di superare l'imbarazzo dei clienti comunicando che si ha la
possibilità di portarsi via cibo e vino non consumati. Poi c'è un 34 per cento
che lo fa raramente e il restante 23 per cento mai. Dallo studio condotto
emerge che «la
ristorazione afferma di essere pienamente attrezzata per gestire l'asporto con
contenitori adatti alla conservazione di prodotti alimentari. Si tratta per lo
più delle classiche vaschette in alluminio per alimenti». Infine, solo il 30 per cento
degli intervistati conosce l'iniziativa sulla doggy bag promossa da Fipe e
Comieco ma ben il 92 per cento si dichiara favorevole anche se non tutti sono
disposti a condividerla sul piano operativo. In ogni caso va evidenziato che
due ristoratori su tre manifestano l'interesse a partecipare all'iniziativa
all'iniziativa Fipe-Comieco contro lo spreco alimentare.
Commenti
Posta un commento