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Vuoi vendere qualcosa online? attenzione alla truffa del finto corriere

Può capitare di ritrovarsi a vendere online qualche nostro oggetto che non ci serva più. Di norma non è un'operazione troppo complessa grazie ai vari marketplace esistenti, eppure, bisogna stare molto attenti alle innumerevoli truffe che vengono messe in atto. Una delle ultime trovate è " la truffa del corriere ", una truffa abbastanza articolata che inizia con il messaggio di un'acquirente da subito interessato al prodotto e pronto a comprarlo . L'acquirente però, per diversi motivi inventati, propone il pagamento tramite corriere ovvero che quando il corriere viene a ritirare il pacco con il prodotto vi consegnerà una busta con l'ammontare pattuito . Ovviamente i corrieri non offrono questo servizio quindi stiamo parlando di una truffa. In caso dovessimo accettare possono nascere diverse truffe La richiesta di una caparra per far venire il corriere tramite un sito facksimile a quello reale della compagnia. Ovviamente in questo caso non verrà mai nessuno

Otto fake news alimentari smentite dall'Iss



Fonte: Repubblica


Gli integratori sostituiscono la frutta

Soprattutto nei mesi estivi siamo bombardati da pubblicità di multivitaminici e altre pillole o soluzioni orosolubili miracolose: possono toglierci il senso di spossatezza, migliorare la digestione, farci sentire più vitali o addirittura favorire l’abbronzatura. Come sempre, però, la soluzione più semplice non sempre è la migliore. Questi prodotti non possono sostituire la frutta né dal punto di vista nutrizionale né per la prevenzione di malattie, soprattutto cardiovascolari e croniche. “Una valida alternativa all'assunzione di frutta e verdura non è ancora stata creata e se ne raccomanda l'assunzione almeno 5 volte al giorno” spiega l’Istituto superiore di Sanità.

L’acqua di rubinetto fa venire i calcoli

Sono in molti a uscire dai supermercati stracarichi di cassette d’acqua in bottiglia con la convinzione che bere quella, rispetto all’acqua di rubinetto, li metta al riparo dalla formazione dei dolorosissimi calcoli renali. Non esistono però evidenze scientifiche a sostegno di questa tesi. Nonostante ciò l’Italia è prima in Europa per consumo pro-capite di acqua in bottiglia. I calcoli sono dovuti, in molti casi, a una predisposizione individuale o di famiglia. In questo caso “è essenziale bere in abbondanza e di frequente nell'arco della giornata senza per questo temere che il carbonato di calcio, presente nell'acqua del rubinetto, possa favorire la formazione di calcoli. È stato dimostrato infatti che anche le acque minerali ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale mentre, viceversa, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia”. Insomma, è vero il contrario: più calcio c’è nell’acqua, meglio è.

Niente acqua durante i pasti
Ecco un’altra bufala sull’acqua. La vulgata vuole che se ne debba bere molta prima di mangiare ma non durante il pasto. Gli effetti benefici? Una migliore digestione e un dimagrimento più rapido. Non è vera nessuna delle due cose. Bere tra i 600 e i 700 millilitri durante il pasto “serve infatti a migliorare la consistenza degli alimenti ingeriti svolgendo quindi un ruolo importante nella digestione” spiegano gli esperti dell’Istituto. Mentre il famoso effetto dimagrante non è altro che un maggior senso di sazietà, dovuto al fatto che ci si imbottisce di acqua prima di sedersi a tavola. Questo porta a mangiare di meno, che è ben diverso dal dimagrire.

I prodotti del contadino sono i più sani
Senza nulla togliere al lavoro degli agricoltori che vendono al di fuori dei maggiori circuiti commerciali, frutta e verdura destinate ai circuiti commerciali sono sottoposte a regole molto restrittive. I livelli di pesticidi (che, prima di essere utilizzati devono essere autorizzati) non possono superare delle soglie limite, al di sopra delle quali il prodotto è considerato pericoloso per la salute. Online è disponibile l’elenco completo delle soglie stabilite a livello comunitario. Carabinieri, Asl, ispettorato del Mipaaf: sono diversi gli organi che ogni anno effettuano controlli sui prodotti immessi sul mercato. Ecco perché chi acquista in esercizi autorizzati corre rischi molto inferiori.

Lo zucchero di canna è meglio di quello bianco
Molti salutisti hanno dichiarato guerra allo zucchero bianco, cioè quello che ha subito un processo di raffinazione per eliminare le impurità della canna o della barbabietola da zucchero. Lo zucchero di canna è invece un po’ meno raffinato. Alla base dei due prodotti c’è però la stessa molecola: il saccarosio. Nello zucchero di canna, in più, c’è un po’ di melassa (tra l’1 e il 5%) che contiene alcuni minerali e vitamine salutari ma, comunque, ininfluenti per l’uomo, considerate le bassissime dosi di zucchero che si assumono con la dieta.

Hai il diabete? Puoi mangiare frutta a volontà
Nella frutta c’è il fruttosio, uno zucchero semplice che ha un potere dolcificante maggiore rispetto allo zucchero (bianco o di canna che sia). Dosi inferiori sono sufficienti per raggiungere lo stesso livello di dolcezza. É vero che chi soffre di diabete non deve assolutamente bandire la frutta dalla propria dieta. Può mangiarla eccome ma con moderazione e, soprattutto, scegliendo bene il tipo di frutto.  Banane, uva, fichi e cachi possono alzare la glicemia oltre i livelli di guardia se nello stesso pasto una persona diabetica ha mangiato altri cibi ricchi di zuccheri. Lo stesso vale per succhi di frutta con zuccheri aggiunti, frutta sciroppata e canditi. Più adatti mele, pere, arance, albicocche, pesche, fragole, limoni e pompelmi.

Per dimagrire basta saltare i pasti
Chi salta il pranzo o la cena per rimettersi in forma non solo non ottiene il risultato sperato, ma si fa male da solo. Chi “si affama” porta il proprio corpo a desiderare cibo, in particolare i carboidrati per riportare gli zuccheri ai livelli normali. In questo modo sarà più facile che si finisca col mangiare cibo spazzatura. “Anziché saltare i pasti sarebbe meglio nutrirsi con 5-6 piccoli pasti durante la giornata, scegliendo tra cibi con calorie e grassi limitati, ma con buone quantità di proteine ed elementi nutritivi vitali” spiega l’Iss.

Una volta cotte, le patate vanno consumate subito
È una bufala che non muore mai, dovuta al fatto che una volta cotto questo tubero tende ad assumere un colore scuro che per qualcuno è segnale di tossicità. Tutto falso, spiega l’Istituto superiore di Sanità. Si tratta di “una semplice reazione chimica di ossidazione: il ferro contenuto nelle patate reagisce con l’acido clorogenico, una sostanza fenolica che difende le patate da microrganismi dannosi, ha proprietà antiossidanti e di regolazione metabolica, ed è contenuta nel caffè verde, in vari tipi di frutta, nelle melanzane e nei pomodori. In presenza di ossigeno, il complesso ferro-acido clorogenico si ossida, dando alle patate la colorazione scura, forse sgradevole all’occhio del consumatore, ma assolutamente non pericolosa”. È vero, però, che patate verdi, rugose o troppo ricche di germogli possono provocare intossicazioni da solanina, come ha confermato anche un recente studio.

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