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Guida all'acquisto di prodotti ricondizionati

I prodotti ricondizionati rappresentano un'opzione vantaggiosa sia dal punto di vista economico che ambientale. Tuttavia, la qualità e le garanzie possono variare notevolmente tra i diversi rivenditori. Garanzie e politiche di reso La normativa europea stabilisce che i prodotti ricondizionati devono essere coperti da almeno 24 mesi di garanzia legale , ma alcuni rivenditori possono offrire garanzie più brevi (12 mesi). Nei marketplace, la responsabilità per garanzia e reso può ricadere sul venditore terzo , complicando talvolta il processo per il consumatore con tempi lunghi e procedure poco lineari. Tutti devono garantire inoltre il diritto di recesso  minimo di 14 giorni . Dove comprare prodotti ricondizionati Il mercato dei ricondizionati è molto variegato e include: Catene di elettronica : come MediaWorld e Unieuro. Marketplace online : come Amazon ed eBay. Rivenditori specializzati : come Swappie e Refurbed. MediaWorld offre ricondizionati con 24 mesi di garanzia e un period...

Oncologia, Aiom: "Le creme solari non provocano il cancro"





Fonte: Repubblica


Probabilmente anche le bufale hanno le loro stagioni. L’estate, infatti, è il periodo delle pseudo-informazioni su tutto quanto attiene al sole. Tra le tante, come i rimedi fantasiosi per le scottature lievi – ci si potrebbe imbattere nell’affermazione secondo la quale le creme solari causerebbero il cancro. Non è così: i solari, naturalmente se sono conformi alle norme di sicurezza vigenti (in caso contrario esistono altrettante norme che ne consentono il ritiro dal mercato), proteggono dai raggi ultravioletti e dal loro potenziale effetto cancerogeno.


• NASCITA DI UNA BUFALA
Come è nata dunque l’idea delle creme cancerogene? Si tratterebbe “della ‘classica ‘bufala’, che nasce da una scorretta interpretazione di dati scientifici per poter supportare e divulgare le proprie teorie”, chiariscono gli oncologi su www.tumoremaeveroche.it, il primo portale contro le fake news in oncologia realizzato da Fondazione Aiom e Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica). I dati scientifici scorrettamente interpretati in questo caso sono i risultati di  uno studio svedese pubblicato nel 2014 sul Journal of Internal Medicine che indagava la relazione tra abitudine all’esposizione al sole e mortalità.

• LO STUDIO MAL INTERPRETATO
La ricerca, cominciata negli anni '90 e protrattasi per un ventennio, nasceva dalla considerazione che la luce del sole è importante per la produzione della vitamina D che è un fattore potenzialmente positivo per la salute essendo stata documentata l’associazione tra livelli bassi di vitamina D e maggiore mortalità. Ma che, contemporaneamente, la luce del sole è anche un fattore di rischio, cioè potenzialmente negativo, per lo sviluppo del melanoma.

Delle 29.518 donne partecipanti allo studio – tutte tra 25 e 64 anni al momento dell’inizio dell’indagine – nel corso del tempo ne erano decedute 2.545. Quando gli autori sono andati a studiare i dati relative alle abitudini solari del campione hanno trovato un’associazione inversa tra esposizione al sole e mortalità. In dettaglio, era vivo il 96% delle donne che si esponevano con maggior frequenza ai raggi solari contro il 95% di quelle che si esponevano al sole con moderazione e il 93% di chi, invece, il sole tendeva proprio a evitarlo. Da qui, la bufala secondo la quale la crema solare, riducendo la produzione di vitamina D a livello della pelle, possa in qualche modo facilitare l’insorgenza dei tumori. Praticamente una fake basata su un sillogismo, un meccanismo di pensiero che raramente trova riscontro in medicina.

• LA VITAMINA D
La vitamina D è necessaria a fissare nelle ossa il calcio assunto dall'ambiente. Solo circa il 10% si assume con gli alimenti, tutto il resto in effetti lo sintetizziamo noi stessi a partire da un precursore presente nella pelle, il deidrocolesterolo, esponendoci alla radiazione solare ultravioletta. Ma la verità è che è sufficiente un’esposizione minima ai raggi solari: parliamo di qualche decina di minuti al giorno, per ottenere la nostra dose di vitamina D. La conclusione degli oncologi? Che ovviamente il sole fa bene, ma bisogna esporsi con la dovuta prudenza.


“Naturalmente – si legge sul portale Aiom contro le bufale in oncologia – la crema solare va usata, per evitare che l’esposizione benefica si trasformi in un fattore di rischio pericoloso per la pelle. L’impiego corretto delle creme protettive riduce l’incidenza di melanoma, e – concludono gli esperti – va sicuramente incoraggiato in chi si espone al sole”. Ciò che bisognerebbe evitare, piuttosto, è pensare di poter prendere il sole senza lasciare abituare la pelle gradualmente, usando protezioni basse ed esponendosi nelle ore di maggiore irradiazione, mentre è importante sapere quali creme scegliere e come usarle.  

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