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Guida all'acquisto di prodotti ricondizionati

I prodotti ricondizionati rappresentano un'opzione vantaggiosa sia dal punto di vista economico che ambientale. Tuttavia, la qualità e le garanzie possono variare notevolmente tra i diversi rivenditori. Garanzie e politiche di reso La normativa europea stabilisce che i prodotti ricondizionati devono essere coperti da almeno 24 mesi di garanzia legale , ma alcuni rivenditori possono offrire garanzie più brevi (12 mesi). Nei marketplace, la responsabilità per garanzia e reso può ricadere sul venditore terzo , complicando talvolta il processo per il consumatore con tempi lunghi e procedure poco lineari. Tutti devono garantire inoltre il diritto di recesso  minimo di 14 giorni . Dove comprare prodotti ricondizionati Il mercato dei ricondizionati è molto variegato e include: Catene di elettronica : come MediaWorld e Unieuro. Marketplace online : come Amazon ed eBay. Rivenditori specializzati : come Swappie e Refurbed. MediaWorld offre ricondizionati con 24 mesi di garanzia e un period...

Gli italiani amano la pizza a domicilio e pagherebbero di più per aiutare i riders




La cena è sempre più spesso a domicilio. Ma la pizza continua ad essere in cima alle preferenze e ha la meglio sul sushi. L’associazione di consumatori Adoc ha fatto un sondaggio su alcuni suoi associati: i quasi 800 intervistati, tutti appartenenti a un nucleo familiare di almeno tre persone, hanno restituito un’immagine per certi versi inaspettata, dei consumi take-away.

Dallo studio emerge come i consumatori della cosiddetta gig-economy siano tutt’altro che cinici ma che, anzi, abbiano a cuore i diritti dei lavoratori precari che consegnano il cibo a domicilio in bicicletta o in scooter. Il 57% degli intervistati si è detto ben disposto a pagare di più la consegna del cibo, se il fattorino fosse regolarizzato e tutelato dal proprio datore di lavoro. Dopo le denunce e le proteste degli ultimi mesi, proprio in queste settimane il neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha proposto l'apertura di un tavolo con le principali società del settore.

Adoc ha anche analizzato le abitudini dei propri associati. Il 65% degli intervistati ha detto di ordinare cibo a domicilio almeno una volta al mese. La percentuale dei veri aficionados è però più contenuta: solo l’8% ordina almeno una volta a settimana. Tra gli amanti del cibo a domicilio, quasi la metà (il 43%) telefona al ristorante di zona per ordinare la pizza. Il tradizionale cibo italiano batte a grande distanza sia il cinese (26% delle preferenze) che il giapponese (21%). Ai panini restano solo le briciole con l’8% degli ordini.

Oltre ad essere un piatto irrinunciabile per gli italiani, la pizza vince anche perché è economica, soprattutto per le famiglie con figli. Adoc infatti ha analizzato anche i prezzi del cibo ordinato da casa, scoprendo come una cena per tre persone a base di ravioli al vapore e pollo alla cantonese (in generale, cibo cinese) costi 42 euro, mentre un menu per tre a base di pietanze giapponesi raggiunga i 63 euro. Una cena all’insegna della pizza costa invece 24 euro.

Un prezzo in grado di battere ogni concorrenza, nonostante dal 2007 a oggi questo piatto sia rincarato del 10%, passando da una media di 5,85 euro (consumata in un locale) ai 6,40 euro, come evidenziato dal presidente di Adoc Roberto Tascini.

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