Restituite troppi oggetti su Amazon? Attenzione: potreste ritrovarvi fuori senza troppe spiegazioni. Il gigante dello shopping online, infatti, sta cominciando a "punire" gli utenti che si pentono un po' troppo spesso dei propri acquisti, chiedendo la restituzione al mittente con rimborso totale.
Una delle chiavi del successo di Amazon è proprio la facilità con cui consente ai propri utenti di restituire un articolo difettoso, danneggiato o che si sono semplicemente pentiti di aver comprato. Basta stampare un'etichetta e consegnarla al corriere che viene a riprendersi l'articolo, senza un euro di spesa per il cliente che può scegliere tra farsi restituire i soldi o chiedere che gli venga spedito un articolo identico.
Una possibilità che viene sfruttata da molti. E, a quanto risulta da diversi articoli pubblicati negli Stati Uniti, c'è qualcuno che ne ha abusato ed è stato "buttato fuori" da Amazon. In alcuni casi gli ex utenti lamentano di esser stati cacciati senza alcuna spiegazione né avvertimento. In altri casi c'è chi ha ricevuto un messaggio paragonabile a un "cartellino giallo": «Abbiamo notato che hai restituito diversi oggetti negli ultimi 12 mesi», è scritto in questo messaggio, «per alcuni di questi hai anche chiesto un rimborso o una sostituzione. Vogliamo sapere come supportarti al meglio nei tuoi acquisti: per favore rispondi a questa mail e spiegaci perché hai restituito questi articoli».
Ma Amazon può davvero espellere un utente per le troppe restituzioni? E dopo quanti resi è legittimo sentirsi a rischio, visto che c'è sostiene di aver ricevuto avvertimenti per appena 6 resi nel corso di un anno?
Nelle condizioni generali di vendita non è previsto il caso specifico, anche se la società di Jeff Bezos si riserva, tra le altre cose, «di sospendere o chiudere un account, di rimuovere o modificare i contenuti del sito a nostra discrezione, in caso di violazione delle disposizioni di legge applicabili, delle presenti Condizioni Generali d'Uso o delle linee guida o delle politiche applicabili». Una frase piuttosto generica che lascia aperte molte opzioni.
Sui social network sono nati diverse discussioni su questo tema e su Facebook molti utenti bannati da Amazon hanno fondato dei gruppi per raccontare le proprie esperienze. Tra questi c'è anche chi ha effettivamente violato alcune norme stabilite da Amazon, molti però non sanno darsi una spiegazione né il sito gliene ha fornita alcuna.
Amazon, da parte sua, ha risposto con una nota: «Vogliamo che tutti siano in grado di utilizzare Amazon, ma ci sono rare occasioni in cui qualcuno abusa del nostro servizio per un lungo periodo di tempo. Non prendiamo mai queste decisioni alla leggera, ma con oltre 300 milioni di account attivi dei nostri clienti in tutto il mondo, adottiamo misure appropriate per proteggere l'esperienza di tutti i nostri clienti. Se un cliente crede che abbiamo commesso un errore, lo incoraggiamo a contattarci direttamente in modo tale da poter rivedere il suo account e prendere le misure appropriate». Dunque, per Amazon l'espulsione avviene solo per chi commette abusi prolungati. Una risposta che non chiarisce, però, quanti oggetti si possano restituire in buona fede per non incorrere nel ban.
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