Esistono alcune categorie di consumatori che si trovano in condizione di rischio nell'utilizzazione del prodotto: stiamo parlando di anziani e minori. Significativa è senza dubbio l’attenzione che il Codice di Consumo riserva a quest’ultimi, prevedendo a loro tutela l’articolo 31 che recita:
1. La televendita non deve esortare i minorenni a stipulare contratti di compravendita o di locazione di prodotti e di servizi.
La televendita non deve arrecare pregiudizio morale o fisico ai minorenni e deve rispettare i seguenti criteri a loro tutela:
a) non esortare i minorenni ad acquistare un prodotto o un servizio, sfruttandone l’inesperienza o la credulità;
b) non esortare i minorenni a persuadere genitori o altri ad acquistare tali prodotti o servizi;
c) non sfruttare la particolare fiducia che i minorenni ripongono nei genitori, negli insegnanti o in altri;
d) non mostrare minorenni in situazioni pericolose
I principali centri educativi, come la scuola e la famiglia, hanno il compito fondamentale di proteggere il minore dalle trappole pubblicitarie che il mercato nasconde. Genitori e insegnanti, in quanto tali e nella veste di consumatori devono denunciare qualsiasi comportamento scorretto e pericoloso.
La denuncia, infatti, permette di difendersi efficacemente, come dimostra il recente caso dei pannolini Nappynat (di cui abbiamo già scritto nelle scorse settimane), portato all'attenzione dei media grazie anche al tam-tam di alcune mamme, preoccupate per la salute dei loro bambini, che ne hanno scritto nei forum online che si occupano di maternità.
Della questione si è occupata anche la professoressa Catizone su Huffington Post, in un articolo di cui pubblichiamo un estratto:
"Gli adulti dovrebbero essere i primi a sollecitare le coscienze dei più piccoli e a ribellarsi all'apatia e alla pigrizia che talvolta mostrano gli adolescenti.
Ed è proprio la reazione congiunta degli adulti di riferimento che permette la messa in atto di contromisure capaci di arginare fenomeni come quello del bullismo che trovano spazio in una società in cui l'elemento della violenza nella gestione delle relazioni tra le persone è fortemente presente. L'aspetto deviante purtroppo attraversa l'età della trasformazione manifestandosi in vario modo, come ha tristemente ricordato ieri il quotidiano Avvenire, evidenziando il preoccupante dato per cui i minorenni che in Italia praticano l'azzardo sono 550mila, in aumento del 3% rispetto al 2014. L'azzardo è una dipendenza, del gioco ne conserva impropriamente il nome. Elemento su cui occorrerebbe riflettere.
Ecco che la funzione genitoriale entra fortemente in gioco nelle varie fasi della vita dei giovani. Essa, come una "sentinella" magistralmente descritta nella Bibbia, deve impostare un progetto educativo che guardi lontano: deve scrutare l'orizzonte della vita dei propri figli, notare ogni piccolo segno di malessere, ogni richiesta d'aiuto per comprendere la specificità delle richieste che ciascuno figlio avanza e che contribuiscono alla realizzazione della coscienza identitaria del minore. Ne sanno qualcosa tutte le mamme che nelle ultime settimane hanno deciso di sollevare nei forum online il caso dei pannolini Nappynat (su cui ho posto l'attenzione alcuni giorni fa), presentati come "compostabili" senza averne le caratteristiche, esprimendo preoccupazione per potenziali danni per l'ambiente e per eventuali effetti indesiderati per la salute dei più piccoli. Un classico caso di "pubblicità ingannevole", che nei giorni scorsi ha trovato conferma nel rigetto da parte del Tar del ricorso presentato dalla società produttrice (Olive Italia) contro la sentenza dell'Autorità per la concorrenza e il mercato, che le aveva comminato una multa per pratiche commerciali scorrette e violazione dei diritti dei consumatori".
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