Avreste il coraggio di portare una giacca a vento in pieno luglio? Per le automobili non è molto diverso: viaggiare con pneumatici invernali d’estate, soprattutto con il caldo tropicale di queste settimane, non è solo una stranezza: è un grave errore.
Eppure circa un automobilista su tre fa esattamente così. Il dato è emerso dal Rapporto vacanze sicure 2017 stilato dal Servizio Polizia stradale insieme ad Assogomma e Federpneus.
Su quasi 13.000 auto fermate tra metà aprile e metà giugno in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, 4.821 montavano ancora pneumatici invernali. Eppure, a parte rare eccezioni, l’obbligo di gomme da neve decade il 15 aprile di ogni anno. Applicando queste proporzioni a tutto il parco circolante è come se 14 milioni di automobili continuassero a viaggiare con pneumatici fuori stagione, sui 37 milioni di auto totali.
Non è vietato continuare a usare le gomme da inverno anche nei mesi più caldi dell’anno ma è sconsigliato. È una questione di sicurezza stradale: i materiali utilizzati per il battistrada non sono pensati per le alte temperature e forniscono prestazioni inferiori rispetto alle gomme estive, con spazi di arresto aumentati del 20%.
Il nostro Codice della strada prevede invece l’obbligo di montare pneumatici con caratteristiche uguali, della stessa marca e misura su tutte e quattro le ruote, altrimenti l’aderenza può variare tra una gomma e l’altra, con una sicurezza stradale più ridotta. Secondo lo studio di Polizia Stradale, Assogomma e Federpneus sono state oltre 1.000 le auto multate per questa violazione. Diversi automobilisti infatti montano due gomme invernali e due estive pensando, così, di bilanciare. Ma il risultato è peggiore, con prestazioni ancora meno sicure. Meglio montare quattro pneumatici fuori stagione, ma uguali, che due coppie di pneumatici differenti.
E non sono le uniche violazioni riscontrate nel corso dell’indagine. Il 5% delle auto fermate aveva pneumatici con gomme lisce, con la profondità delle scanalature inferiore agli 1,6 millimetri prescritti dalla legge; il 3,25% presentava coperture danneggiate e l’1,62% gomme non omologate.
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