L’Italia è seconda in Europa. Peccato che in questo caso ci sia poco da vantarsi: la classifica è quella dei Paesi in cui si subiscono più telefonate spam ed è stata
redatta da Truecaller, una popolare app per smartphone che rivela (e blocca) i numeri dei call center e quelli anonimi.
A dominare la graduatoria è l’India con la spaventosa media di 22,6 telefonate al mese a persona, seguita da Stati Uniti e Brasile con 20,7. Il primo paese europeo è il Regno Unito con 8,9 telefonate indesiderate al mese, mentre l’Italia segue di due posizioni con 8,8. Un dato che non sorprende, visto che il telemarketing continua ad essere una piaga che nessuno - né autorità di settore né leggi - è riuscito a tamponare.
Le offerte pubblicitarie per servizi televisivi ed energia elettrica costituiscono - secondo Truecaller - il 53% delle chiamate indesiderate in Italia. Il restante 47% è composto da telefonate di operatori telefonici (24%), servizi finanziari, bancari e assicurazioni (14%). Il 9% è invece composto da tentativi di truffa.
“I dati fotografano una situazione a dir poco insostenibile per i consumatori italiani che ogni giorno vengono disturbati agli orari più impensabili da telefonate fastidiose, spesso insistenti, che non portano a nulla di buono se non a far perdere tempo e pazienza”, ha detto Francesco Luongo, presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino.
Possibile che nel secondo Paese europeo più funestato dallo spam telefonico, le autorità non riescano a fare nulla? Ci si sta provando. Il disegno di legge 2820, promosso da diverse associazioni di consumatori Adoc e Rete consumatori Italia, prevede l’introduzione del
registro dei consensi.
Si tratta di un registro opposto a quello vigente (delle opposizioni) che permetterebbe a chiunque di visionare i consensi forniti nel corso degli ultimi anni a società di telefonia, energia, scuole d’inglese, palestre etc ed eventualmente revocarli. Il registro delle opposizioni era nato per permettere (solo a chi è presente negli elenchi pubblici) di non essere disturbato dal telemarketing. Ma in realtà non ha funzionato. Un po’ perché molte società fanno finta di niente e telefonano comunque a casa dell’iscritto, un po’ perché il registro non ci difende se abbiamo firmato il consenso di persona, magari in un gazebo per strada, a un venditore porta a porta o su internet.
Nella speranza che la legge venga approvata, qualche buona notizia c’è. Enel ha infatti annunciato alcune settimane fa che non chiamerà più al telefono i potenziali clienti ma solo i propri abbonati. Un segnale positivo da parte di una grande società, dopo che altri due giganti (stavolta della telefonia), Telecom e Vodafone, sono
finiti nel mirino di Antitrust. Le due società, ipotizza l’Autorità, hanno telefonato a clienti propri o potenziali “in qualunque momento della giornata e in maniera insistente”.
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