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Guida all'acquisto di prodotti ricondizionati

I prodotti ricondizionati rappresentano un'opzione vantaggiosa sia dal punto di vista economico che ambientale. Tuttavia, la qualità e le garanzie possono variare notevolmente tra i diversi rivenditori. Garanzie e politiche di reso La normativa europea stabilisce che i prodotti ricondizionati devono essere coperti da almeno 24 mesi di garanzia legale , ma alcuni rivenditori possono offrire garanzie più brevi (12 mesi). Nei marketplace, la responsabilità per garanzia e reso può ricadere sul venditore terzo , complicando talvolta il processo per il consumatore con tempi lunghi e procedure poco lineari. Tutti devono garantire inoltre il diritto di recesso  minimo di 14 giorni . Dove comprare prodotti ricondizionati Il mercato dei ricondizionati è molto variegato e include: Catene di elettronica : come MediaWorld e Unieuro. Marketplace online : come Amazon ed eBay. Rivenditori specializzati : come Swappie e Refurbed. MediaWorld offre ricondizionati con 24 mesi di garanzia e un period...

Affitti brevi, rimandato il termine per consegnare tutti i dati





Alla fine le piattaforme come Airbnb e Booking e i proprietari di immobili avranno più tempo per comunicare al Fisco i dati riguardanti i contratti degli affitti brevi conclusi nel 2017. Un Provvedimento dell'Agenzia delle Entrate, concordato con la Ragioneria e il Tesoro, proroga da fine giugno al 20 agosto prossimo il termine per l'invio delle informazioni.

«In questo modo - spiegano dall'Agenzia - i soggetti interessati avranno più tempo per comunicare i dati relativi ai contratti conclusi per il loro tramite, ovvero il nome, cognome e codice fiscale del locatore, la durata del contratto, l'importo del corrispettivo lordo e l'indirizzo dell'immobile. I soggetti che devono comunicare queste informazioni sono quelli che esercitano attività di intermediazione immobiliare, compresi quelli che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in ricerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare».

Per le piattaforme come Airbnb e Booking è una vittoria, ma sembra solo parziale: c'è da scommetterci che dopo l'estate si tornerà a fare polemica sul punto. La questione è vecchia ormai di un anno e riguarda la possibilità per chi affitta casa per brevi periodi (tipicamente le vacanze) di applicare la cedolare secca. Quando questo "affare" è mediato dai professionisti (siano reali o virtuali), per questi scatta il ruolo di sostituto d'imposta: trattengono direttamente l'ammontare nella transazione tra le due parti, versandola al Fisco. A tutto questo si aggiunge l'obbligo di trasmettere i dati su durata, locatori e importi in ballo alle Entrate: per tutte le operazioni dello scorso anno (da giugno a dicembre, vista l'entrata in vigore della legge) ci sarebbe stato tempo fino al 30 giugno prossimo.

Ma già da tempo gli addetti ai lavori erano saliti sulle barricate. Airbnb ha intrapreso una battaglia legale non ancora terminata ma che per ora non gli ha dato ragione; Booking ha fatto presente a Wired pochi giorni fa che non avrebbe adempiuto, gestendo solo una parte delle transazioni. L'Agenzia delle entrate ha rilasciato solo il 12 giugno le specifiche tecniche per l'invio dei dati e questo ha alimentato facili polemiche sul ritardo e l'impossibilità di adeguarsi.

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