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Creme alla nocciola: la classifica Altroconsumo 2025

Non tutte le creme spalmabili alla nocciola sono create uguali. Le differenze principali riguardano la percentuale di nocciole, la presenza di oli vegetali e l’uso di ingredienti di origine animale. La quantità di nocciole può variare dal 12% al 45%, ma ci sono anche creme che contengono il 100% di nocciole, ricche di grassi “buoni” e con meno zuccheri. Gli oli più comuni sono quello di palma (che non è il più salutare) e di girasole (più leggero). Alcune creme sono vegane, quindi prive di latte, rendendole adatte anche a chi è intollerante al lattosio. I consigli di Altroconsumo Altroconsumo consiglia di optare per: Creme senza grassi o oli vegetali aggiunti , o con olio di girasole. Prodotti con alta percentuale di nocciole e cacao. Marche che specificano l’origine delle nocciole, un segno di trasparenza. I parametri di valutazione dei prodotti Le creme sono state valutate su tre criteri: Composizione (50%): ingredienti, valori nutrizionali, quantità di nocciole. Assaggio anonimo (4...

Affitti brevi, rimandato il termine per consegnare tutti i dati





Alla fine le piattaforme come Airbnb e Booking e i proprietari di immobili avranno più tempo per comunicare al Fisco i dati riguardanti i contratti degli affitti brevi conclusi nel 2017. Un Provvedimento dell'Agenzia delle Entrate, concordato con la Ragioneria e il Tesoro, proroga da fine giugno al 20 agosto prossimo il termine per l'invio delle informazioni.

«In questo modo - spiegano dall'Agenzia - i soggetti interessati avranno più tempo per comunicare i dati relativi ai contratti conclusi per il loro tramite, ovvero il nome, cognome e codice fiscale del locatore, la durata del contratto, l'importo del corrispettivo lordo e l'indirizzo dell'immobile. I soggetti che devono comunicare queste informazioni sono quelli che esercitano attività di intermediazione immobiliare, compresi quelli che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in ricerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare».

Per le piattaforme come Airbnb e Booking è una vittoria, ma sembra solo parziale: c'è da scommetterci che dopo l'estate si tornerà a fare polemica sul punto. La questione è vecchia ormai di un anno e riguarda la possibilità per chi affitta casa per brevi periodi (tipicamente le vacanze) di applicare la cedolare secca. Quando questo "affare" è mediato dai professionisti (siano reali o virtuali), per questi scatta il ruolo di sostituto d'imposta: trattengono direttamente l'ammontare nella transazione tra le due parti, versandola al Fisco. A tutto questo si aggiunge l'obbligo di trasmettere i dati su durata, locatori e importi in ballo alle Entrate: per tutte le operazioni dello scorso anno (da giugno a dicembre, vista l'entrata in vigore della legge) ci sarebbe stato tempo fino al 30 giugno prossimo.

Ma già da tempo gli addetti ai lavori erano saliti sulle barricate. Airbnb ha intrapreso una battaglia legale non ancora terminata ma che per ora non gli ha dato ragione; Booking ha fatto presente a Wired pochi giorni fa che non avrebbe adempiuto, gestendo solo una parte delle transazioni. L'Agenzia delle entrate ha rilasciato solo il 12 giugno le specifiche tecniche per l'invio dei dati e questo ha alimentato facili polemiche sul ritardo e l'impossibilità di adeguarsi.

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